La titolare del dicastero per l'Università e la ricerca ha parlato della situazione degli atenei, confermando che la sessione estiva sarà in presenza e sottolineando che le riaperture devono avvenire in sicurezza: "Dobbiamo mantenere la doppia linea, in presenza e a distanza, anche perché magari ci sono ragazzi che vivono fuori sede e fanno fatica a ritornare". Sul Pnrr: è un pilastro importante "di vero investimento sulle nuove generazioni e sui giovani"
"Siamo pronti, le università non hanno mai chiuso veramente, ora si deve ripartire in modo graduale e sicuro e gli atenei si sono già esercitati sia nell’autunno scorso che lo faranno anche adesso". Così la ministra per l'Università e la Ricerca Maria Cristina Messa, ospite a Sky TG24, ha parlato della situazione degli atenei confermando che la sessione estiva sarà con molta probabilità in presenza (L'INTERVISTA INTEGRALE).
Situazione dell’università e dad
Alla domanda su quando si potrà mettere fine alla didattica a distanza, Messa risponde che potrebbe essere possibile in estate. "È molto importante il mese di maggio in cui riapriamo - ha sottolineato - e abbiamo varianti in giro. Sarà molto importante che tutti noi facciamo in qualche modo attenzione alle infezioni". "Per tutte le persone" il messaggio deve essere "di evitare gli assembramenti. Io credo che la trasmissione del virus negli assembramenti sia un mezzo di trasmissione molto facile. Quello che abbiamo di diverso rispetto allo scorso anno è che abbiamo un vaccino". Per quanto riguarda le lezioni in presenza, la ministra ha chiarito che dipende dai gruppi di persone, per lezioni con pochi studenti si può pensare a un ritorno al 100%, mentre per numeri grandi da 400 studenti si passa a un 30%. Sulle sessioni di laurea estive, invece, Messa ritiene che possano essere in presenza "dobbiamo mantenere la doppia linea, in presenza e a distanza, anche perché magari ci sono ragazzi che vivono fuori sede e fanno fatica a ritornare, dobbiamo agire a favore dei ragazzi".
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La situazione all'interno del Governo
Passando all'esecutivo e alle tensioni delle ultime settimane, la ministra ritiene che siano state superate. "Abbiamo avuto un consiglio dei ministri molto positivo e collaborativo con uno spirito di gruppo forte". Sulle pressioni della Lega e di Salvini riguardo all'eliminazione del coprifuoco, Messa ha evidenziato che "bisogna capire cosa intendiamo per gradualità" ribadendo che "quella del Governo è vera gradualità, ossia controllare i dati e a seconda dei dati decidere le riaperture".
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Le vaccinazioni nel settore universitario
Riguardo al numero di vaccinazioni all'interno del mondo universitario, Messa ha spiegato che si stava procedendo a buon ritmo prima dello stop ad AstraZeneca. Attualmente non si hanno dati certi, ma prima del rallentamento si era raggiunta una buona percentuale con somministrazioni a docenti, professori e ricercatori al 60%.
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Pnrr, università pilastro importate
Riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, Messa ha confermato che l'università è un pilastro importante "di vero investimento sulle nuove generazioni e sui giovani. È un investimento vero con risultati che si vanno a vedere nel tempo. Risultato è garantire accesso agli studi di tutti, revisione della formazione in ottica delle necessità del futuro con un occhio alla transizione digitale e investimenti sulla ricerca". L'obiettivo è di accorciare il gap con gli altri Stati europei. "Abbiamo individuato il divario e adottato misure volte, nell'arco di 5 anni, a farci avvicinare ai valori europei sia per quanto riguarda il numero di studenti laureati che per quanto riguarda il funzionamento dell'università e la ricerca". Sul futuro dell'università, la ministra si aspetta un cambio delle modalità d'insegnamento. "C'è stato un profondo cambiamento delle modalità d'insegnamento durante la pandemia - ha aggiunto - perché insegnare a distanza è completamente diverso e i docenti hanno sperimentato un modo nuovo di farlo. Questa modalità mista in presenza e a distanza resterà per aspetti positivi, potrebbe diventare un metodo per accogliere più studenti anche in Paesi diversi dall'Italia per internazionalizzarsi. Sarà un'università in presenza che aggiunge la distanza".