Il direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, ex commissario alla Spending Review, ha voluto fare chiarezza in un’intervista a La Stampa, fugando ogni dubbio. Chi spera "in un governo guidato da me resterà deluso. Perché la soluzione è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l'ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni" ha spiegato
Circola da giorni con insistenza il nome di Carlo Cottarelli come successore di Conte. Ma il direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, ex commissario alla Spending Review, in un’intervista a La Stampa fa chiarezza e assicura: "Chi spera in un governo guidato da me resterà deluso". L'unica soluzione, prosegue, "è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l'ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni". Con queste parole, Cottarelli di fatto si è sfilato, almeno al momento, dall’annosa questione. Nel 2018, dopo la caduta del governo formato da Movimento 5 Stelle e Lega, era stato incaricato dal Presidente Mattarella di formare un esecutivo “neutrale”, incarico superato poi dall’alleanza tra i grillini e il Pd, che portò al secondo mandato di Conte. Il quadro che Cottarelli traccia oggi è quello di un Paese che ha un imperativo da seguire: fare presto per concentrarsi più che mai sul Recovery Plan. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - COSA ACCADE ORA - LO SPECIALE SULLA CRISI)
Il Recovery Plan e le riforme
“Il tira e molla nella situazione politica sta rallentando la missione chiave del Paese: approvare un Recovery Plan che ci permetta di uscire dallo stallo e mettere in campo alcune delle riforme necessarie al Paese per portare la crescita a quel 2% l'anno che ci consentirebbe di recuperare il tempo perduto" spiega Cottarelli. In Europa c'è forte preoccupazione sul Recovery Plan italiano, ma "penso che i soldi ce li daranno comunque, l'Unione europea farà osservazioni ma il piano sarà approvato. Il problema riguarda il periodo successivo, è sull'esecuzione che vedo incertezze".
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Investimenti privati e lotta alla burocrazia
Sugli investimenti pubblici, per Cottarelli, "abbiamo ritardi storici. Siamo stati lenti nella presentazione del piano, figuriamoci nella sua attuazione". Per migliorare il testo "bisogna porre le condizioni per spingere gli investimenti privati, partendo dalla burocrazia. Ci sono troppi moduli, una Pubblica amministrazione lenta, non solo per colpa della poca digitalizzazione. Andrebbe gestita come si gestisce un'azienda". L'altra priorità "è la giustizia, la parte della bozza è troppo vaga. Anche i tribunali andrebbero gestiti con criteri manageriali. E poi c'è la tassazione, su cui intervenire. Ma non tutto ciò che il governo deve fare sta nel Recovery Plan", conclude il direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani.