Le comunicazioni sulla Giustizia del ministro Bonafede potrebbero far andare l'esecutivo in minoranza. Il presidente del Consiglio starebbe dunque valutando di ritirarsi prima, per puntare alla formazione di una nuova maggioranza prima di incassare il voto. Tra le strade possibili, anche un dialogo con Forza Italia
Dopo le dimissioni di Italia Viva dal Governo e la fiducia al Senato incassata solo con la maggioranza semplice, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrà affrontare un’altra prova. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede presenterà la relazione annuale sulla Giustizia il tra il 27 e il 28 gennaio e stavolta al Senato i numeri potrebbero mancare. Per evitare questa sconfitta, Conte starebbe valutando l’ipotesi di rassegnare le dimissioni prima del voto e puntare a un reincarico. Si pensa anche a una maggioranza con Forza Italia (AGGIORNAMENTI - SPECIALE).
Domani Conte potrebbe salire al Colle
Già domani il presidente del Consiglio potrebbe salire al Colle, perché se Bonafede dovesse essere bocciato a palazzo Madama, Conte sarebbe comunque costretto a dimettersi e a quel punto sarebbe più difficile ricevere un nuovo incarico. Le dimissioni anticipate potrebbero invece portare, dopo un giro di consultazioni per ristabilire una maggioranza più forte, a un Conte ter.
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Una nuova maggioranza
Ma perché un nuovo governo Conte sia possibile, il presidente del Consiglio dovrà riuscire a presentarsi da Mattarella con in tasca un accordo politico che coinvolga la maggioranza attuale e il sostegno da qualche altro partito o, come vorrebbe Conte, di un nuovo gruppo che si costituisca in Parlamento. Il nuovo esecutivo dovrà garantire una tenuta a lungo termine che permetta di affrontare la gestione del recovery plan e l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
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Esecutivo "Ursula Von der Leyen"
Tra chi potrebbe dare i voti che servono alla maggioranza c’è ancora una volta Matteo Renzi e qualcuno nel Pd chiede di continuare a considerare questa strada. Ma Di Maio non sembrerebbe disposto a riaprire il dialogo con chi ha determinato questa crisi: “Tra Conte e Renzi – ha detto il ministro degli Esteri - scegliamo Conte”. L’alternativa allora sarebbe un governo istituzionale con Forza Italia per formare un esecutivo sostenuto dalla stessa maggioranza che al Parlamento europeo ha votato a favore della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: Pd, M5s e Ppe. Una formazione che al Senato potrebbe contare su una solida maggioranza da 220 voti.