Il discorso di fine anno di Mattarella: "Vaccinarsi è un dovere, lo farò appena possibile"

Politica

Il presidente della Repubblica dedica ampio spazio alla pandemia e alle gravi conseguenze sanitarie ed economiche. "Vorremmo tornare alla realtà consueta. Italia colpita prima di altri Paesi in Europa, è stato pagato un prezzo alto"


"Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili. Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi. Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo consueto discorso di fine anno (LEGGI I CONTENUTI DEL DISCORSO DI MATTARELLA IN 10 PUNTI), ponendo l'accento sulla pandemia da coronavirus (COVID-19, AGGIORNAMENTI - SPECIALE). A proposito del vaccino, Mattarella ha aggiunto: "La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune. Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea sono due vettori decisivi della nostra rinascita".

"Pandemia ferisce il nostro modo di vivere"

"Care concittadine e cari concittadini, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale. Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.  La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere", è stato l'incipit del discorso del presidente Mattarella.

"Vorremmo tornare alla realtà consuetà"

"Vorremmo tornare - ha continuato Mattarella - a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni"

Studenti che prendono i mezzi di trasporto autobus di linea  per il primo giorno di scuola,   Brescia 14 settembre 2020.
Ansa Filippo Venezia

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"Italia colpita prima di ogni altro Paese europeo, pagato prezzo alto"

"Il virus, sconosciuto e imprevedibile - ha proseguito il presidente della Repubblica - ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari. L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo. Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi – siamo oltre due milioni - ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari. Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque. Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto"

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"Aggravate vecchie diseguaglianze e generate di nuove"

"La pandemia - ha detto ancora Mattarella - ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri". 

"Smarrimento va riconosciuto, realtà va affrontata"

Secondo il capo dello Stato "la pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell'incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità. E' questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare".

"Recovery plan sia rigoroso ed efficace"

A proposito dei fondi europei messi in campo contro la crisi provocata dall'emergenza Covid, Mattarella ha affermato: "Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale - che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse - possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all'Italia di crescere come avrebbe potuto. Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Ognuno faccia la propria parte".

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"Covid, ci sono stati errori nel fronteggiare realtà sconosciuta"

"La fiducia di cui abbiamo bisogno - ha aggiunto Mattarella - si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone. La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta. Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all'impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio".

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"Sfida che richiama unità morale e civile degli italiani"

"La sfida - ha detto ancora il presidente della Repubblica - che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l'unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà. L'Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa".

"Da Dante al Milite Ignoto, 2021 si basa su memoria dell'identità nazionale"


Mattarella ha ricordato che "l'anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti. Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il settimo centenario della morte di Dante. Celebreremo poi il centosessantesimo dell'Unità d'Italia, il centenario della collocazione del Milite Ignoto all'Altare della Patria. E ancora i settantacinque anni della Repubblica. Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro".

"Grazie al Papa, testimone di speranza e giustizia"

"Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per l'affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e di giustizia. A lui rivolgo l'augurio più sincero per l'anno che inizia", ha inoltre aggiunto Mattarella.

"Mio ultimo anno sarà da dedicare a ripresa del Paese"

"Care concittadine e cari concittadini,quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest'ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso. Abbiamo le risorse per farcela". Con questa sottolineatura il presidente Mattarella ha chiuso il suo tradizionale messaggio di fine anno agli italiani.

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