Conte, conferenza stampa di fine anno: "Governo non può vivacchiare, no a obbligo vaccini"

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Nel consueto appuntamento con la stampa il presidente del Consiglio ha tracciato il bilancio di un anno gravemente segnato dalla pandemia. Sul Recovery Plan "la sintesi politica va trovata nei prossimi giorni, o rischiamo di arrivare in ritardo", sollecita il premier. Sul vaccino: "Prima 10-15 milioni di vaccinati poi la fase, credo non prima di aprile" . E sulla scuola: "Le superiori ripartiranno il 7 gennaio in presenza al 50%"

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"La sintesi politica" sul Recovery Plan "va trovata nei prossimi giorni, non possiamo permetterci di galleggiare. Altrimenti rischiamo di arrivare in ritardo". Lo sottolinea il premier Giuseppe Conte durante la consueta conferenza stampa di fine anno organizzata dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare, a Villa Madama a Roma. Sul Recovery Plan, nodo che agita le tensioni nel governo nelle ultime settimane, il premier spiega: "Spero di andare in Cdm nei primi giorni di gennaio". E sul vaccino anti-Covid Conte ha detto: "Non siamo intenzionato a introdurre l'obbligo. Chiedo a tutti uno sforzo, mettiamo una parte le ideologie e le reazioni emotive, compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino. Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere" (CORONAVIRUS, AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

"Recovery Plan, definizione a febbraio"

Sul fronte più critico per il governo, il Recovery Plan e le polemiche con Italia Viva che minaccia la tenuta dell'esecutivo, Conte ha aggiunto: occorre "accelerare" la cosidetta verifica di maggioranza, così da affrontare "nei primi giorni di gennaio" il Recovery Plan, da consegnare poi alle "forze sociali e al Parlamento" per definirlo "a febbraio". Il premier sottolinea: "Dobbiamo avere una prospettiva di legislatura nel quadro dell'occasione storica dei 209 miliardi del Recovery plan. Ma non possiamo permetterci di galleggiare". Sul punto critico della governance Conte ha spiegato: "Sulla struttura di governance penso a un decreto: è una richiesta precisa della Commissione europea".

"Su fiducia in Parlamento sul Recovery ognuno si assumerà responsabilità"

A una domanda su un eventuale voto di fiducia in Parlamento al termine delle verifica, Conte risponde: "Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco. Il passaggio parlamentare è fondamentale. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità".

 

"Se verrà meno la fiducia di un partito vado in Parlamento"

Sempre sul tema delal tenuta del governo, Conte ha sottolineato: "Se verrà la meno fiducia di una forza di maggioranza, andrò in Parlamento dove ognuno si prenderà la sua responsabilità. Ma non voglio pensare a uno scenario del genere in un contesto del genere". Poi aggiunge: "Il sottoscritto non va alla ricerca di altre maggioranze in Parlamento (VIDEO), lavora con la maggioranza che ha e crede nel confronto e nella sintesi superiore che può scaturire dal dialogo". 

"Non penso a una campagna elettorale"

E ancora, su un possibile impegno politico dopo un'eventuale caduta del governo: "Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futuro", sottolinea Conte. "Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale. Non riesco assolutamente a considerarla. Lavoro con disciplina e onore, non certo per fare una mia lista elettorale"

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"Entro aprile 10-15 milioni di vaccinati, fase 2 dopo aprile"

Sul piano vaccinale anti-Covid, Conte ha affermato che "quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno, quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile".  Sulla possibile maggiore mobilità per chi è vaccinato: "Faremo queste valutazioni se del caso: ci sono varie proposte e tra queste anche su chi, dopo essere stato vaccinato, abbia una abilitazione di maggiore mobilità" (CONTE: VACCINARSI È ATTO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE). 

"Vaccini in più come la Germania? Lo vieta il contratto Ue"

Ritornando sulla polemica sull'approvvigionamento dei vaccini, Conte risponde: "Perché l'Italia non si è assicurata dosi di vaccini come la Germania? Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l'alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. Abbiamo consegnato la palla ala commissione Ue", sottolinea Conte. "È stata una scelta politica. L'Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L'Italia non l'ha fatto perché all'articolo 7 del contratto della commissione europea c'è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale".

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"Auspico riapertura scuole al 50% dal 7 gennaio"

Spazio anche al tema della riapertura delle scuole. Il premier auspica "un ritorno in classe dal 7 gennaio delle scuole secondarie di secondo grado con una didattica in presenza di almeno al 50%", ma - sottolinea Conte - "nel segno della flessibilità" e "della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche". E poi aggiunge: "Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C'è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici".

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"Ultimatum non sono ammissibili, sono per il dialogo"

Sulle tensioni nel governo, il premier Conte ha sottolineato: "Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei. Uno sono gli ultimatum, non appartengono al mio bagaglio. Nell'ultimo discorso, l'ultimo fatto nel febbraio 1978, Moro ha detto che gli ultimatum non sono ammissibili in politica, significano far precipitare le cose e impedire una soluzione. Io sono per il dialogo e il confronto e trovare una sintesi per il Paese".

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"Preoccupa la fine dello stop ai licenziamenti, scenario critico"

Riguardo all'economia e al mercato del lavoro, Conte ha ricordato che "la ministra Catalfo con i sindacati e le forze sociali sta già lavorando allo scenario che dovremo affrontare dopo marzo" con la fine del blocco dei licenziamenti: "è uno scenario molto preoccupante. Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone. Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro. Dovremo lavorare per non farci trovare impreparati. Il mercato del lavoro si preannuncia molto critico dopo marzo". Sugli aiuti economici: "Il Superbonus al 110% sta dando un valore aggiunto: stiamo cercando ulteriori risorse a prolungarlo nel tempo, ora fino al 2022 poi vediamo se riusciremo, come vogliamo, a estenderlo oltre".

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"Prorogheremo lo stato di emergenza finché necessario

Conte ha annunciato che "prorogheremo lo stato di emergenza" per il Covid "sino a quando sarà necessario per mantenere i presidi di protezione civile e tutti i presidi che ci consentono di gestire l'emergenza, dando poteri ai soggetti attuatori". E aggiunge il premier: "Non significa che facciamo saltare l'assetto costituzionale ma applichiamo questa norma necessaria per eventi una tantum come sismi e alluvioni. Questo evento è imprevedibile, mutevole, che si dipana continuamente. Dovremo accompagnarlo con la proroga dello stato di emergenza", aggiunge.

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