Mes, intesa nella maggioranza. Rinviato il Cdm sul Recovery Plan, Renzi: "Temo rottura"

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Trovata la quadra sul Fondo salva-stati con il "rientro" della fronda M5s. Sul Recovery Plan il nodo resta quello della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano. Il no del leader di Italia Viva al piano del premier: "Se le cose rimangono così votiamo contro". Si vaglia l’ipotesi di un decreto che possa sostituire il possibile emendamento alla manovra

Recovery Plan e Mes: sono questi i due nodi in cui sono alle prese  governo e maggioranza in queste ore. E mentre il Consiglio dei ministri per continuare l'esame del Recovery Plan è stato rinviato, probabilmente a domani sera, il nodo della riforma del Mes pare essersi risolto (COSA PREVEDE), in vista del voto parlamentare di mercoledì sulla risoluzione del premier Conte: al vertice di maggioranza concluso nel pomeriggio di oggi si è raggiunta un’intesa, spiegano fonti di governo, "soddisfacente per tutti i gruppi". Il via libera è arrivato anche da Italia Viva ma la firma dei capigruppo renziani in calce al testo arriverà solo dopo aver ascoltato l'intervento del premier Conte in Aula, ritenuto fondamentale. "Nel M5S ci sono anime diverse ma prevale sempre il senso di responsabilità", ha commentato Luigi Di Maio. L'informativa del premier Conte in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre si terrà domani, mercoledì 9 dicembre, alla Camera alle 9  e alle 16 al Senato.

 

La tensione sul Recovery Plan

Resta quindi la tensione sul Recovery Plan (COSA PREVEDE), e in particolare sulla task force sull'attuazione dei progetti, con il leader di Italia Viva Matteo Renzi che ha minacciato la rottura: "La struttura di Conte - dice - pensa a moltiplicare le poltrone ma non dà una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi, a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro". Nelle prossime ore, comunque, almeno sullo schema di aggiornamento del piano di Ripresa e Resilienza, si attende qualche progresso: Conte non vuole assolutamente andare al Consiglio Ue senza un prima via libera al piano. Per la cabina di regia, invece, lo slittamento è quasi certo.

Cosa prevede la bozza della risoluzione di maggioranza sul Mes

La maggioranza impegna il governo a "finalizzare l'accordo politico raggiunto all'Eurogruppo e all'ordine del giorno dell'Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes", si legge nella bozza di risoluzione su cui si è raggiunto l'accordo in maggioranza. Inoltre, continua la bozza, il Parlamento impegna il governo "a ribadire che questa riforma non può considerarsi conclusiva, vista la logica di pacchetto già ribadita dal Parlamento, proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche"

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Il nodo del Recovery Plan

Sul Recovery Plan il nodo resta quello della task force per la gestione dei progetti del Piano di Ripresa e Resilienza italiano da 209 miliardi. La trincea di Italia Viva non si è arrestata neppure nella riunione tecnica del pre-Consiglio dei ministri di ieri sera, chiamato a decidere non solo sullo schema di aggiornamento del Recovery ma, soprattutto, sulla cabina di regia destinata a finire in un decreto ad hoc. Lo stallo in corso sul tema della governance ha quindi causato l'ennesimo rinvio del Consiglio dei ministri previsto nel primo pomeriggio.

La posizione di Renzi

Il muro contro muro, con Italia Viva contraria - questa la tesi di Renzi - a "dare pieni poteri a Conte", ha provocato una nuova contrapposizione nell'esecutivo. Iv ritiene che la struttura ideata a Palazzo Chigi che vede il coinvolgimento del Mef e del Mise e una cabina di regia supportata da sei manager sia una sorta di commissariamento dei ministri. E che non ci sia neanche un inquadramento giuridico. "Se le cose rimangono come sono voteremo contro", ha detto ancora Renzi. "Per noi un ideale vale più di una poltrona. Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì". Il leader di Iv ha poi aggiunto: "Conte sulla cabina di regia sta facendo un errore che può evitare fermandosi. Non credo che il premier vada avanti, credo che cambierà idea. A meno che non abbia accordi con altri, cioè se ha una maggioranza che non conosciamo, altrimenti si ferma".

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