Coronavirus Fase 2: scontro governo-Regioni. Boccia: parte diffida per ordinanza Santelli

Politica

In Calabria riaprono bar, ristoranti e pasticcerie con tavoli all’aperto. Dopo l'invito a ritirare il provvedimento, il governo è pronto a impugnarlo. Il ministro: valutiamo aperture differenziate per regione dal 18 maggio. Toti: “Governo non ha potestà esclusiva”

Sulla “fase 2” dell'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALEGRAFICHE) è scontro tra il governo, che ha scelto di far partire gran parte delle riaperture dal 4 maggio, e le Regioni, che invece spingono per una ripartenza più rapida e generalizzata. La Calabria da oggi, 30 aprile, consente la ripresa di “bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismi con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”, come prevede l’ordinanza firmata dalla presidente della Regione Jole Santelli. L'esecutivo ha fatto partire la diffida ed è pronto a impugnare il provvedimento. Dalla Liguria, poi, è intervenuto il governatore Giovanni Toti: “Pretendiamo dal governo che le linee guida possano essere interpretate dalle Regioni secondo i poteri costituzionali” (IL CALENDARIO DELLE RIAPERTURE).

Boccia: parte diffida a ordinanza Santelli

Ad annunciare la diffida è stato il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. "Mi dispiace, ma tra pochi minuti partirà la diffida per l'ordinanza" della Regione Calabria, ha detto ai microfoni del Tg1. "Se non dovesse essere ritirata, l'ordinanza sarà impugnata", ha aggiunto. E ancora: "La fuga in avanti della Calabria non aiuta nessuno e mette a rischio la salute dei calabresi". Boccia - che in un’intervista al Corriere della Sera  aveva invitato le Regioni a “non soffiare sul fuoco”, aggiungendo che “dobbiamo essere tutti responsabili, impugnare le ordinanze regionali è l’ultima ratio in base alla Costituzione” - in giornata ha tenuto una videoconferenza con i governatori. Anche in quell'occasione, secondo quanto si apprende, avrebbe invitato Santelli a ritirare l'ordinanza entro stasera. Il ministro avrebbe anche spiegato che il governo valuterà aperture differenziate per regione a partire dal 18 maggio, sulla base dei dati del contagio che emergeranno dopo il 4 maggio. Un nuovo tavolo con gli enti locali dovrebbe tenersi nella settimana che si apre l'11 maggio. Nel corso della videoconferenza, Boccia avrebbe anche sottolineato che il 95% delle ordinanze regionali è compatibile con il Dpcm mentre il restante 5% necessità di modiche che verranno fatte entro domenica in base a un confronto costante con il governo e ai chiarimenti previsti nelle Faq di Palazzo Chigi.

Santelli: “Giusto dare fiducia ai calabresi”

In Calabria, nel frattempo, oggi è stato il giorno della riapertura della ristorazione, anche se “rispettando le misure minime anti-contagio e ferma restando la normativa di settore”. Una decisione in direzione opposta rispetto a quanto contenuto nel decreto del presidente del Consiglio sul lockdown in vigore fino al 3 maggio, motivo per cui è stata oggetto di dibattito nel corso del Consiglio dei ministri riunitosi la sera del 29 aprile. “Poiché in queste settimane - ha detto Santelli - i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura”. Diversi sindaci si sono detti preoccupati.

Toti: “Il governo non ha potestà esclusiva”

In mattinata aveva parlato il presidente della Liguria. “Si è usciti dalla fase dei divieti e si è entrati in quella delle regole. Il governo si deve mettere in testa che le regole si decidono insieme con le Regioni”, ha detto Toti intervistato da Radio 1. “Non esiste una potestà esclusiva del governo di dettare le regole in tutta Italia, perché non la prevede la nostra Costituzione - ha aggiunto l’esponente forzista -. Esiste un Titolo V che prevede che cosa può fare l’uno e che cosa può fare l’altro”. Il fatto che il governo imponga un trattamento identico per tutte le Regioni su materie sulle quali gli enti locali hanno competenza “è una cosa che non sta né in cielo né in terra”, ha aggiunto Toti, ribadendo che “territori diversi vanno trattati in modo diverso”. (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO).

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