Altre due defezioni nel M5S: lasciano i deputati Angiola e Rospi. “Gestione oligarchica”

Politica

Dopo l'espulsione di Paragone e l'abbandono di Fioramonti, i due parlamentari hanno annunciato il passaggio nel gruppo misto della Camera. Angiola: “Vertici trincerati in una chiusura pregiudiziale”. Rospi: “Il M5S non vuole più dialogare, scelte prese dall’alto”

Il Movimento 5 Stelle perde altri due parlamentari: i deputati Nunzio Angiola e Gianluca Rospi hanno comunicato la decisione di lasciare il Movimento per confluire nel gruppo misto. Entrambi, nell’abbandonare la formazione politica, ne hanno criticato duramente la gestione: il primo ha attaccato i vertici che “hanno preferito trincerarsi in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni”, per il secondo “non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica” del Movimento. Soltanto negli ultimi giorni il senatore Gianluigi Paragone è stato espulso dai pentastellati per aver votato contro la legge di bilancio mentre l’ex ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti se n’è andato in polemica con la linea politica. A metà dicembre al Senato Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro avevano lasciato il Movimento per passare alla Lega.

Angiola: “Scarsa collegialità e provvedimenti inaccettabili”

Il pugliese Angiola - il quale ha precisato che la sua decisione “non è da porsi in connessione con quella di altri colleghi parlamentari, come Lorenzo Fioramonti” - ha spiegato di non aver maturato la scelta di lasciare il M5S “da un mio personale cambiamento di opinioni”, bensì dall’atteggiamento di chiusura di chi guida il Movimento. “Come avevo ripetutamente preannunciato - ha detto il deputato - per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la legge di bilancio. Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’università, non potevo assolutamente accettare”. Il parlamentare ha aggiunto di aver “più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di ‘visibilità’ dei territori nelle scelte legislative e di governo”.

Rospi: “Il M5S non vuole più dialogare”

All’abbandono di Angiola è seguito poco dopo quello di Rospi, anche lui rapido nel rivendicare l’autonomia della propria scelta. “In queste festività ho riflettuto tanto - ha spiegato l’ex pentastellato - e, per svariate ragioni, in primis il non condividere la manovra di bilancio approvata di recente e la mancanza di collegialità nelle decisioni all'interno del gruppo, ho maturato l’idea di lasciare, con grande rammarico, il Movimento 5 Stelle”. Manovra a parte, ha aggiunto Rospi, “non è più tollerabile il fatto che ristrette minoranze decidano per la maggioranza. Il M5S non vuole più dialogare, con la base che si limita a veicolare le scelte prese dall'alto senza più essere portatrice di proposte”.

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