L’ex deputato M5S interviene sull’espulsione del senatore: “Io sempre d’accordo con lui”. Sulla stessa linea l’ex ministra Lezzi: “Non è una buona idea espellere gli anticorpi”. Il giornalista: “Se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria”
"Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti altri". Alessandro Di Battista scende in campo e si schiera in difesa di Gianluigi Paragone e contro i probiviri che hanno deciso l’espulsione del senatore dal Movimento 5 Stelle. Una scelta che ora rischia di spaccare il M5S, dove accanto alla voce dell'ex deputato si è levata anche quella della senatrice ed ex ministra per il Sud, Barbara Lezzi: “Non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle”, ha scritto su Facebook. Nel frattempo il giornalista e conduttore televisivo è tornato ad attaccare gli ex compagni di partito in un video su Fb: “Se mi gira - dice l’ormai ex pentastellato - mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria per far capire l'arbitrarietà delle regole”.
Di Battista: "Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui"
"Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui – ha scritto Di Battista - Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell'ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei". Alla stessa percentuale aveva fatto riferimento anche lo stesso Paragone postando una foto sulla carta del Senato della Repubblica, in cui annunciava la sua espulsione. Non hanno tardato ad arrivare i ringraziamenti di Paragone: "Ale rappresenta quell'idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l'Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa", ha scritto.
Paragone: “Buttato fuori perché li costringo a guardarsi allo specchio”
Nel filmato postato sul social network all'indomani dell'espulsione, l'ex M5s parla di sé in terza persona. “Paragone deve essere buttato fuori perché è uno strano Savonarola, uno strano predicatore che ci costringe a guardarci allo specchio”, dice il senatore. Che prosegue l’invettiva comunicando l’intenzione di appellarsi, oltre che alla giustizia ordinaria, anche “all’ingiustizia arbitraria dei probiviri del nulla, guidati da qualcun altro che è il nulla e che si arroga il diritto di espellermi”. Nel corso del video Paragone cita, come esempi di scelte sbagliate compiute dal Movimento, la gestione dei dossier Alitalia e Banca d’Italia e il rapporto con l’Ue. “Continuerò a predicare un programma elettorale che è valido ancora oggi - dice il senatore -. Se dobbiamo dire revoca delle concessioni, lo fai. Non è che poi telefoni a quelli di Benetton e gli dici di comprarsi Alitalia, perché allora la revoca diventa una revoca patacca". "Essere contro il sistema - continua - è dire a Bankitalia: tu hai le tue colpe sul perché sono saltate le banche, che sono il risparmio degli italiani onesti. Essere antisistema vuol dire prendere tutti i signori di Enel ed Eni che fanno grandi profitti e dire che (i profitti, ndr) devono finire nelle tasche degli italiani, devono servire per far pagare meno le bollette. Questa è la rivoluzione: avere il coraggio di dire che Bruxelles ci sta inchiodando a una ingiustizia che sarà sempre più profonda. Ecco perché io sono sbattuto fuori, perché continuo a dire queste cose”. Nonostante l’espulsione - a opera dei “cosiddetti capetti, burocrati, uomini grigi, signori del nulla”, come li definisce Paragone nel filmato - nel Movimento ci sono “persone perbene che hanno ancora un sogno, che ci credono”, conclude il senatore.
L’espulsione spacca il Movimento
Anche la senatrice ed ex ministra per il Sud nel governo Conte I, Barbara Lezzi, è intervenuta sul tema all'indomani dell'espulsione. “Gianluigi Paragone è e resta un mio collega. Fino a quando, e sono certa che continuerà così, lavorerà senza sosta per i deboli, per assicurare un salario minimo decente, per fare in modo che le multinazionali osservino le leggi del nostro Paese resterà un mio collega”, ha scritto su Facebook. “Fino a quando avrà il coraggio di non rispondere né alla Lega, né al Pd, né ad altri ma solo al buonsenso e alle sue idee, come sempre ha fatto, resterà un mio collega”, ha poi aggiunto. Mentre il Sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, sempre in un post pubblicato su Facebook, difende la scelta dell’espulsione. “Chi ha votato contro la manovra 2020 ha votato contro il Reddito di Cittadinanza, quota 100, lo stop all'aumento dell'IVA e i fondi ai Vigili del Fuoco. Paragone è stato espulso dal M5S per aver votato contro queste misure, allo stesso modo dei tre senatori che sono passati dal M5S alla Lega”, ricorda.