Autostrade, Di Maio invoca revoca concessioni. Atlantia autosospende aumento tariffe

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Il leader del M5S scrive su Facebook: deve essere uno dei primi provvedimenti da prendere nel 2020. "Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta - aggiunge - e noi gliela daremo". E aggiunge: “Revoca costa 23 miliardi? Enorme sciocchezza” 

"Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l'affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali”. Il leader del M5s Luigi Di Maio, con un post su Facebook, insiste sulla polemica che sta creando tensioni anche all'interno dell'esecutivo . "Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta - aggiunge - e noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese". A gennaio il governo affronterà il nodo della modifica delle regole previsto dalla norma sulle concessioni inserita nel decreto Milleproroghe, approvato il 21 dicembre con la formula "salvo intese". Intanto i contatti tra il ministero dei Trasporti ed i concessionari vanno avanti con Autostrade per l'Italia che ha prorogato lo stop all'aumento dei pedaggi. Sui prossimi passi il governo è diviso: Di Maio spinge per la revoca, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministra dei Trasporti Paola De Micheli frenano.

"Revoca costa 23 miliardi? Enorme sciocchezza"

Di Maio smentisce anche le cifre circolate sulla causa paventata da Aspi, attraverso una lettera inviata al governo: "Vi ricordate quando tutti dicevano che revocare la concessione ad Autostrade ci sarebbe costato almeno 23 miliardi di euro? I Benetton avevano persino inviato una lettera al governo in cui minacciavano la stessa penale. Peccato per loro, però, che sia una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da tv e giornali che pur di screditare il M5S farebbero di tutto". Il ministro degli Esteri, fa riferimento alla relazione della Corte dei Conti su Autostrade: secondo i giudici contabili non ci sarebbero le basi legali per chiedere risarcimenti non sostenibili.

Lo studio della società di analisi

C'è però uno studio della società di analisi Brattle che esamina il sistema delle concessioni nei tre Paesi europei che hanno un sistema simile a quello italiano ed un simile sistema di calcolo degli indennizzi: Francia, Spagna e Portogallo. Dallo studio che prende in considerazione recesso, revoca e risoluzione ed analizza anche il sistema delle concessioni per altre società italiane che sono gestori di rete e infrastrutture come Adr, Enel e Terna, emerge che generalmente l' eventuale indennizzo è valutato sul valore di mercato dei beni, un valore che può essere determinato o sui flussi di cassa o con un'asta e non sul valore dell'ammortamento dei beni.

Le mosse di Aspi e Mit

Nel frattempo Aspi, oltre a sospendere l'aumento dei pedaggi, si è impegnata nel corso di un incontro dedicato "alle criticità della rete, con specifico riferimento alla Liguria, alle Marche e all'Abruzzo", a valutare agevolazioni tariffarie per gli utenti per compensare i disagi. Nel frattempo il Mit ha chiesto ai concessionari anche una mappatura delle barriere acustiche presenti con la rete. In attesa dei prossimi sviluppi, nella giornata di venerdì 27 dicembre, i titoli del settore hanno tirato un sospiro di sollievo con Atlantia in ripresa (+0,9%) e gli altri concessionari autostradali positivi con Astm (+0,43%), Autostrade Meridionali (+1,31%) e Sias (+0,2%).

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