Il presidente del Consiglio ospite a diMartedì: “Se non piace il piano antievasione cercate di mandarmi a casa”. Sulla Popolare di Bari: “Il nostro progetto non è nazionalizzare banche, nazionalizzare imprese”. E rivela: “Alle europee ho votato M5s”
"Credo che arriveremo a far trovare nei conti correnti fino a 2mila euro come superbonus per i pagamenti digitali. Offriremo un ampio ventaglio di pagamenti digitalizzati". A dirlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, ospite a diMartedì, aggiunge: "Serve un piano antievasione. Sappiate, io lo dico a tutti, se non piace il piano antievasione cercate di mandarmi a casa. Io lotterò fino all'ultimo giorno". Il premier parla anche della crisi della Popolare di Bari: "Il nostro progetto non è nazionalizzare banche, nazionalizzare imprese. Il governo, ‘cum grano salis’, con intelligenza interviene. Ma sulle responsabilità del management saremo inflessibili”. Poi rivela: "Lo posso dire. Alle ultime europee ho votato Movimento cinque stelle". E sul fondatore del M5s: "Con Grillo ci ho parlato qualche volta e l'ho visto molto consapevole - e su questo c'è molta sintonia - che questa è un'occasione storica per rendere l'Italia più verde e più digitale, per migliorare questo Paese".
“La lotta all’evasione è un tesoretto da 100 miliardi”
Il premier, in tema di lotta all’evasione, osserva: “ci frutterà molto: il nostro tesoro, il tesoretto del Paese è di 100 miliardi (la cifra che quota l'evasione in Italia, ndr). Ricaveremo molto da questa lotta. E da questo gruzzolo potremo destinare una parte per tagliare del 20, 30 fino al 50% le tasse. Non so se li recupereremo tutti ma questo è l'obiettivo".
“Non ho mai sentito i vertici della banca”
Sul caso della Popolare di Bari, Conte osserva: “Dobbiamo fare di necessità virtù. Cosa succede con 2.770 dipendenti e 600 mila clienti? Cosa facciamo? Li mandiamo a carte e 48?”. Poi, a chi gli riferisce di un audio che riporta un colloquio tra il presidente e amministratore della banca nel quale si dice, tra le altre cose, che l'attenzione sulla Popolare era anche condivisa dai vertici del governo, replica: "Si è sbagliato. Io non ho mai sentito loro e non c'è stato nessun vertice con la banca popolare di Bari e mi sembra che sia stato smentito".
“Il linguaggio di Salvini e Meloni non mi appartiene”
Conte ha parlato anche dell’ex alleato di governo Matteo Salvini e della leader di Fdi Giorgia Meloni: "Il loro linguaggio non mi appartiene. Io mi batterò perché ci sia la cura delle parole, un linguaggio garbato. Non possiamo chiedere ai cittadini rispetto se non diamo rispetto con le parole". Interpellato poi sul consenso di Salvini, il premier risponde: “Beh sta un po' scemando...". Da cosa lo vedo? "Dai sondaggi. Lo dico in generale, quando c'è una macchina comunicativa molto aggressiva, che spinge sulle paure, è un vento che si gonfia e si gonfia ma è una parabola storica che poi si sgonfia".
“Destra o sinistra? Meglio questo esecutivo”
"Si sta meglio con la destra o con la sinistra? Senza scomodare nessuno, mi sento di dire che mi sento più confortevole con questo esecutivo - dice Conte - Destra e sinistra, se parliamo di schematismi novecenteschi, sono un po' superati. È chiaro che in questo contesto si è creata una polarizzazione". Poi, interpellato sulla durata del suo governo: “Confido che nessuno voglia interrompere questa opportunità. Prima si parlava di parlamentari che sono passati all'opposizione. A me sembra un assurdo. Se vuoi riformare il tuo Paese...fallo qui, ora, con noi". "Noi abbiamo una responsabilità nei confronti del Paese - prosegue il premier - lavoriamo intensamente per offrire delle risposte. Abbiamo chiesto la fiducia su 29 punti programmatici ed è chiaro che non possiamo fare tutto insieme, a gennaio ci vedremo".
“Le riforme di giustizia e burocrazia sono prioritarie”
Conte ha poi parlato di riforme, da quelle della giustizia e della burocrazia - che sono “prioritarie perché siamo sommersi dalla burocrazia" - a quella della prescrizione, sulla quale il premier dice: “Entra in vigore automaticamente e ho già detto che è giusta, solo che va accompagnata con altre misure che garantiscano la durata ragionevole dei processi. Sono queste misure che vanno accelerate".
“Quella sulla cannabis è un’iniziativa parlamentare”
Infine, il tema della cannabis light: "È una iniziativa parlamentare e non è del governo - spiega Conte - Non è la legalizzazione di una droga. La cannabis viene prodotta da 12 mila agricoltori, circa 3000 mila aziende. Era una misura che teneva conto di questo tessuto produttivo. Ma non è un'iniziativa del governo".