"La mia elezione apra la strada per le donne" ha detto il neo-presidente della Corte Costituzionale. Il suo mandato sarà breve, solo 9 mesi
È la prima volta di una donna alla guida della Corte Costituzionale. "Si è rotto un vetro di cristallo. Ho l'onore di essere qui come apripista" così Marta Cartabia, fresca di elezioni alla Consulta. "La neo presidente finlandese ha detto che età e sesso non contano più- ha aggiunto- ma in Italia ancora un po' contano. Spero presto di poter dire che non contano più". "Siamo abituati a ricevere critiche, è inevitabile, ma c'è insofferenza quando la critica si basa su elementi non veri" ha aggiunto la presidente della Corte Costituzionale. "Parole d'allarme ingiustificate - ha continuato - sono un tipo di critica che veicola menzogne, anzichè aiutare a capire e si rischia il vilipendio delle istituzioni. Travolgere in invettive le istituzioni non fa bene a nessuno - ha concluso - neanche all'autore della critica".
Una carriera da apripista
Marta Cartabia (VEDI IL PROFILO) è stata scelta come giudice alla Consulta nel 2011 dall'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Professoressa ordinaria di diritto costituzionale all'università Milano-Bicocca, Cartabia è vicepresidente della Corte dal novembre 2014 ed è stata la seconda donna a rivestire tale ruolo, dopo Fernanda Contri nel 2005.
Il problema delle carceri
Il sovraffollamento carcerario, con oltre 10 mila detenuti in più dei posti regolamentari, "rasenta un trattamento contrario al senso di umanità che la nostra Costituzione esclude categoricamente" ha detto il neo-presidente della Consulta Corte Costituzionale Marta Cartabia, incontrando i giornalisti. "La Corte non ha la bacchetta magica - ha aggiunto - servono risorse, modifiche legislative, l'uso di strumenti quali misure alternative".