L'ex titolare del ministero dei Trasporti si sfoga. Ammette gli errori ma sostiene di aver pagato più del dovuto: "Il sistema ha reagito con una campagna mediatica pianificata contro di me". Tradito dal Movimento 5 Stelle: "In questi 15 mesi ho dato il massimo"
L'ex responsabile del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli affida a Facebook uno sfogo in cui non risparmia critiche ai mass media e al suo movimento. Tra le poche certezze del toto ministri dei giorni scorsi, c’era la sua mancata riconferma. Il Pd non ha dovuto nemmeno chiedere la sua esclusione, già data per scontata dal M5S (Chi entra, chi esce e chi resta: ministri dei due governi Conte a confronto. FOTO).
“Campagna mediatica contro di me”
L'ormai ex ministro elenca in un lungo post i traguardi e gli ostacoli incontrati nei 15 mesi di governo. Sulla questione Autostrade dice: "Qui la rivoluzione che abbiamo impostato mi è costata durissimi attacchi personali. Il sistema ha reagito con una campagna mediatica scientificamente pianificata contro la mia persona".
Toninelli si è guadagnato la fama di gaffeur dell’esecutivo giallo-verde, cosa che ha creato non poco imbarazzo tra le file del Movimento 5 Stelle. Il Corriere della Sera racconta di un ex ministro amareggiato, consapevole dei propri errori ma che si considera eccessivamente “punito”: "Ho la coscienza a posto. Certo, di errori ne avrò fatti, chi non ne fa. Ma credo di aver pagato oltre le mie responsabilità". L’impressione è che Toninelli lamenti il fatto che il movimento non gli sia stato abbastanza vicino.
“Quindici mesi di governo intensi come non mai”
Nel post pubblicato ieri sul suo profilo Facebook fa il punto dei 15 mesi da ministro. C’è la gestione del disastro del Ponte Morandi di Genova: "La dedizione mia e del Governo per la città è stata assoluta: basti ricordare il miliardo che abbiamo impegnato per dare pronte risposte ad abitanti e imprese coinvolti nel crollo del ponte". C’è la riforma del codice degli appalti, il rilancio del porto di Gioia Tauro e la critica alle grandi opere. "La prima grande opera di cui l'Italia ha bisogno sono tante piccole opere diffuse sul territorio". Nel suo post manca il nodo più spinoso, la Tav Torino-Lione, il cui via libera rappresenta la sua grande sconfitta.