"Il voto al Senato mostrerà che l’intesa è possibile", ha detto il senatore del Pd. "Io non darò alibi a nessuno per fare saltare l'accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile", ha aggiunto l’ex premier
"Serve un accordo con i 5 Stelle per un governo di legislatura". A ribadirlo in una conferenza stampa in Senato è il senatore del Pd Matteo Renzi, che, come già anticipato negli scorsi giorni, apre a un esecutivo con i pentastellati dopo la crisi di governo (I numeri in Parlamento e le possibili maggioranze). "Io non darò alibi a nessuno per fare saltare l'accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile", ha dichiarato l’ex premier alla vigilia del voto sulla data della sfiducia a Conte (IL RACCONTO DELLA GIORNATA - GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI). Per quanto riguarda l’appello all’unità del segretario del Pd, Renzi si è detto concorde: "Zingaretti ha invocato unità e che sia la segreteria a gestire questo passaggio: mi sembrano due richieste comprensibili e da accogliere". E a chi ha chiesto cosa succederebbe se il Pd dicesse no a un governo istituzionale, ha replicato: "Io vedo il Pd che ha decisamente aperto, che c'è discussione in corso". Poi, Renzi ha attaccato Salvini: "Contro la deriva del Papeete c'è la democrazia parlamentare". L'ex presidente del Consiglio ha successivamente commentato su Twitter l'intervento del leader della Lega in Senato: "Salvini ha fatto un intervento di 10 minuti e mi ha citato 13 volte. Renzi, Renzi, Renzi... O è innamorato o è ossessionato. O tutti e due".
"Se si va al voto il Paese va in recessione"
"Siamo di fronte a un fatto clamoroso che non va sottovalutato, la prima crisi in pieno Ferragosto nella storia della Repubblica", e "da ex presidente del Consiglio ho voluto lanciare un appello alle forze politiche che oggi ha lo spazio per poter essere accolto. Toccherà ai segretari di partito e ai capigruppo" vedere come ma "è evidente l'occasione, testimoniata dal voto sul calendario". Con queste parole Renzi ha iniziato la sua conferenza stampa. "Alzate le terga, come ha detto il ministro dell'Interno, e raggiunta Roma i senatori scoprono che il ministro dell'Interno non vuole votare oggi in Senato perché si è accorto che è in minoranza”, ha poi aggiunto l’esponente dem mettendo in guardia sul voto: "Se si va a votare non so se il Pd prende il 25% ma so che l'Iva va al 25% ed è un disastro per il Paese, è sicura la recessione”.
"La manovra non sarà lacrime e sangue"
Durante la conferenza stampa, Renzi ha spiegato la sua idea per la legge di bilancio di un possibile governo istituzionale. "Chi dice che la prossima sarà una finanziaria lacrime e sangue non si rende conto che c'è una riforma fondamentale del fisco italiano 2.0 che ancora non ha diffuso tutti i suoi effetti, ha ancora miliardi da sommare al gettito fiscale per il prossimo anno. Se nella prossima legge di bilancio ci fossero un paio di norme studiate bene sul fisco 2.0" si potrebbero reperire "almeno altri 5-6 miliardi di euro”, ha sottolineato. "Non credo - ha aggiunto - che non sarà lacrime e sangue con un governo capace di affrontare l’emergenza".
"Non parteciperò alla direzione del Pd"
"Sono orgoglioso di ciò che ho detto nell'aprile del 2018" sul no al dialogo con il Movimento 5 stelle, ha poi ribadito. Mentre ha dichiarato che non parteciperà alla direzione del Partito democratico convocata per il prossimo 21 agosto. "Mi sono tenuto fuori dalle discussioni interne al Pd e non ho fatto una corrente, ho anche litigato con i miei amici per questo. Non parteciperò alla direzione del Pd del 21 perché porterò un gruppo di ragazzi a una scuola di politica”, ha detto, con riferimento alla scuola politica da lui promossa alla Garfagnana.