Dopo gli scontri tra M5s e Lega sul caso Russia, Tav e autonomie, i due leader si sono incontrati per allentare le tensioni. Conte: “Bene il colloquio, fantasie che io cerchi nuova maggioranza”. Il Pd presenta una mozione di sfiducia contro il leader del Carroccio
Dopo giorni di tempesta politica, nel governo arriva una tregua che sembra però soltanto appartente. A siglarla sono i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che si sono visti per un colloquio di un'ora finalizzato a mettere pace tra M5s e Lega, ai minimi storici a seguito degli scontri su Tav, il caso dei presunti fondi russi al Carroccio e la battaglia sulle autonomie. "È andato bene, si va avanti", ha detto il ministro dell’Interno lasciando Palazzo Chigi dopo il vertice. Ma sono bastate poche ore per capire che i dissidi nella maggioranza rimangono, soprattutto sul fronte manovra. "Il dialogo è servito ai due vicepremier per recuperare il rapporto personale che rimane buono", viene riferito da fonti leghiste. "Ma - è la precisazione che segue subito dopo - i problemi restano tutti sul tavolo. E non sono problemi da poco. Il primo scoglio è la manovra. Il salario minimo (L'INTERVISTA DEL MINISTRO TRIA A SKY TG 24) per noi non si fa e 4 miliardi di risparmi alle imprese per il taglio del cuneo fiscale come propone Di Maio è troppo poco". Il premier Giuseppe Conte, dal canto suo, chiede di andare avanti a lavorare e di smettere con le chiacchiere. Il Pd, nel frattempo, presenta una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini.
Le divergenze sulla manovra
Al termine di un appuntamento sul 5G, Salvini è tornato sulla manovra. La prossima legge di Bilancio, ha scandito il vicepremier leghista, deve essere "coraggiosa" e includere un "forte taglio delle tasse". "Devo capire che idea hanno di manovra, perché non siamo in due a scriverla", ha aggiunto. Ed è subito stata bocciata dai leghisti la proposta che il ministro dello Sviluppo economico ha portato al tavolo coi sindacati cui ha preso parte nel pomeriggio a Palazzo Chigi. "La manovra economica deve essere coraggiosa e utile a tanti italiani, lavoratori e famiglie. Non servono mini interventi di cui nessuno si accorge. Condividiamo i dubbi di chi sostiene che 4 miliardi di tagli alle tasse siano davvero pochi", hanno scritto in una nota viceministro e sottosegretario leghisti all'Economia, Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci.
Conte: non cerco nuova maggioranza
Nel pomeriggio, Conte ha definito l'incoNtro fra Salvini e Di Maio "cosa buona e giusta", ma non ha rinunciato a replicare al leader del Carroccio, che aveva accusato il presidente del Consiglio di aver cercato una nuova maggioranza di sostegno all’esecutivo nel corso del suo intervento al Senato. "Che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa è assolutamente fantasioso. Non fate i peggiori ragionamenti da Prima Repubblica. Restituiamo alla politica la sua nobiltà”, ha risposto Conte.
Salvini: "Andiamo avanti"
"No, non l'ho visto". Così Salvini ha invece risposto ai cronisti che gli chiedevano se dopo Di Maio a Palazzo Chigi avesse visto anche Conte. E a chi gli chiedeva cosa rispondesse al presidente del consiglio sul fatto che bisogna lavorare e non far polemiche, il leader del Carroccio ha replicato: "Bene, perfetto, sono d'accordo".
Il Pd presenta mozione di sfiducia contro Salvini
Intanto, contro Salvini i senatori del Partito democratico hanno presentato una mozione di sfiducia individuale. Con i 52 parlamentari dem hanno firmato anche l'ex M5s Gregorio De Falco e Riccardo Nencini. "Appare di una gravità assoluta", si legge nel documento, che "il Ministro dell'interno avrebbe rilasciato dichiarazioni mendaci in almeno due importanti occasioni", come "confermata proprio dalle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio" mercoledì 24 in Aula al Senato. La mozione di sfiducia ripercorre l'intera vicenda che collegherebbe la Lega alla Russia, a partire dalla registrazione pubblicata il 10 luglio 2019 dal giornale americano online BuzzFeed.