Conte a Ue: "Non porto cappello in mano". Salvini: "Evitare procedura ma non a ogni costo"

Politica

Il presidente del Consiglio ha detto di non essersi presentato a Bruxelles “con il cappello in mano”. Intanto, il vicepremier leghista ha parlato dell’infrazione come di "un atto politico e non economico". L'invito di Di Maio: "Dobbiamo essere una squadra"

"Io non ho mai avuto atteggiamento di chi si presentava con un cappello in mano, l'Italia non ha nulla di cui farsi scusare". A dirlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Bruxelles per partecipare alla seduta del Consiglio Ue e trattare con i 28 leader sulla procedura di infrazione. E proprio il tema della procedura evocata dalla Commissione nei confronti del nostro Paese continua a occupare il dibattito politico, con Salvini che, da Milano, ha sottolineato: "Conte è lì a trattare su un binario indicato dal Parlamento, evidentemente evitare l'infrazione è obiettivo di tutti ma non a ogni costo", parlando dell’infrazione come di "un atto politico e non economico".

Salvini: “Manovra entro estate”. Di Maio: "Dobbiamo essere squadra"

Intanto, la tensione nel governo sale. "Io farei la manovra il prima possibile, la farei entro la fine dell'estate e no, poi non voglio andare a votare, lasciamo tranquilla la gente", ha aggiunto il ministro dell'Interno Salvini, al Festival del Lavoro, dopo aver lanciato l’aut aut dalle colonne del Corriere della Sera (“Giù le tasse o me ne vado"). Alla provocazione ha risposto piccato il M5S: "La Lega e Matteo Salvini se la prendano con i banchieri e i burocrati di Bruxelles invece di minacciare sempre il governo. Tutti vogliamo tagliare le tasse. Lega non è all'opposizione, ma al governo come noi, quindi se servono 10 miliardi tracci la strada per trovarli invece di scaricare la colpa sugli altri". "Se si cerca una scusa per far saltare tutto e riportare in Italia un governo tecnico, la Lega lo dica chiaramente", attaccano alcune fonti grilline. Ma sulla questione, è intervenuto anche il leader del M5s, Luigi Di Maio, per chiedere unità: "I prossimi giorni saranno importanti per le trattative con Bruxelles e dobbiamo essere una squadra". Ma ha avvertito: "Non dobbiamo pensare ogni giorno a cosa scrivere sul giornale ogni mattina o quale intervista rilasciare".

Il premier sulla lettera inviata all’Ue: "Non è espediente"

Conte intanto, al termine del Consiglio Ue, ha detto ai giornalisti che "i numeri reali o quantomeno una proiezione molto più rispondente alla realtà perché aggiornati a giugno ce li abbiamo noi" sui conti. E in merito alla lettera spedita dal suo esecutivo a Bruxelles ha chiarito: "Non è un espediente per sottrarsi all'applicazione delle regole, non oscura né vuole eliminare il binario tecnico dove si sta svolgendo il negoziato. La lettera ha un altro significato: veramente siamo tutti europeisti? Se lo siamo dobbiamo rinforzare l'edificio europeo se non lo vogliamo far deperire sedetevi con noi e ragioniamo come miglioralo". Il premier olandese Rutte, però, non ha lasciato molto spazio di manovra: rispettare le regole o procedura, ha detto in giornata.

Conte: “Un negoziato complesso”

In merito alle misure che il governo intende adottare, Conte ha detto di non volerle mettere in campo “pubblicamente” ma ha parlato di un “approccio costruttivo”: “L'interesse dell'Italia è l'interesse dell'Europa”. Il premier è consapevole che quello sulla procedura "è un negoziato molto complesso e difficile”, ma l’obiettivo è “condurlo in porto”, attraverso “termini confidenziali e riservati”. Conte si è detto comunque ottimista, a proposito dell’infrazione: “Dobbiamo riuscire a evitarla". 

La questione delle nomine

La questione della procedura italiana si intreccia, giorno dopo giorno, anche con quella delle nomine europee. Al momento nessuna posizione è stata definita dall’Ue che ha rimandato la soluzione ad un summit straordinario, convocato per domenica 30 giugno alle 18. A questo proposito, Conte ha fatto sapere che "c'è stallo, è stato dato mandato a Tusk di parlare con i rappresentanti in Parlamento Ue per vedere di superare il criterio degli Spitzenkandidaten". "Questa prospettiva è migliore per i nostri interessi", ha spiegato il capo del governo sottolineando di "non voler scoprire le carte" dell'Italia. "Deve essere un candidato forte e autorevole".

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