Il premier: "Negoziato complesso, ma obiettivo è condurlo in porto". Non c'è accordo sui posti di vertice tra cui il nuovo presidente della Commissione europea. Tramonta la via Spitzenkandidat, candidato di punta
"Nessun accordo ancora raggiunto sulle nomine" per i posti di vertice all'Ue, tra cui quello di presidente della commissione, e la conferma che il negoziato con Bruxelles sulla procedura d'infrazione che riguarda i conti italiani è "molto complesso e difficile, ma l'obiettivo è quello di condurlo in porto". A dirlo è il premier Giuseppe Conte, al termine del Consiglio Ue. Già stamattina prima dell'appuntamento con i leader del Vecchio Continente, il presidente del Consiglio aveva spiegato: "La situazione è molto difficile ma farò ogni sforzo, fino all'ultimo per evitare la procedura di infrazione”. Conte si trova a Bruxelles sia per il duello con l’Ue sui conti italiani, sia per il vertice sulle nomine per le principali cariche europee conclusosi con una fumata nera.
La partita sui conti pubblici italiani
Oggi è andata in scena l'ennesima puntata della partita sui conti pubblici italiani a Bruxelles. Conte, dopo aver inviato la lettera all'Ue in cui spiega che l'Italia non intende sottrarsi ai vincoli, ha affermato che i conti sono migliori del previsto e ha contestato le stime della Commissione europea. Il premier ha portato alla Ue un tesoretto di almeno cinque miliardi, capace di frenare la corsa del deficit 2019 al 2,1%, invece del 2,5% previsto dalla Commissione Ue. Senza un compromesso politico, però, potrebbero non bastare perché Bruxelles ha chiesto un aggiustamento più ampio. Conte ha messo in discussione le regole che considera sbagliate e controproducenti, "come dimostra il caso della Grecia". Ma Bruxelles non è disposta a seguire l'Italia in questa partita: "Lavoriamo per evitare la procedura, ma non lo si fa attraverso commenti sulle regole", ha avvertito il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici.
La fumata nera sulle nomine Ue
Altro argomento caldo sul tavolo di Bruxelles è la nomina del presidente della Commissione europea e degli altri principali ruoli in seno all’Unione. L’intesa al momento non è stata trovata dai 28 leader che si sono dati un nuovo appuntamento per domenica 30 giugno, due giorni prima dell'elezione del presidente dell'Eurocamera. "Non è stata trovata maggioranza su alcun candidato, serve un pacchetto che rispecchi la diversità dell'Unione europea, e serve tempo per trovarlo", ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, spiegando che le discussioni nel frattempo andranno avanti tra i leader Ue anche in occasione della loro partecipazione al G20 di Osaka.
Tramonta l’ipotesi Spitzenkandidat
Decisamente destinata a tramontare anche l'ipotesi Spitzenkandidat (ossia del candidato di punta indicato dal partito che ha ottenuto il maggior numero di seggi al Parlamento Ue, alle ultime elezioni è stato il Ppe). Tusk ha ricevuto il mandato dei leader a convincere il Pe a mettere da parte il sostegno ai candidati di punta su cui comunque non è stata trovata una maggioranza parlamentare. Nonostante una certa disponibilità di Liberali e Socialisti a convergere su un candidato dei Popolari per la presidenza della Commissione europea, un nome che non fosse però quello del candidato di punta del Ppe Manfred Weber, il confronto dei capi di stato e di governo si è chiuso con un nulla di fatto. Intanto però sembrano essere usciti di scena il capo negoziatore della Ue sulla Brexit Michel Barnier, che non godrebbe del gradimento della cancelliera Angela Merkel, ed il premier e la presidente croati Andrej Plenkovic e Kolinda Grabar Kitarovic, dato anche il contenzioso della Croazia con la Slovenia. Altrettanto fuori dai giochi appare la presidente della Banca mondiale, la bulgara Kristalina Georgieva.
Conte: "Candidato ideale chi è pronto a cambiare regole"
Giuseppe Conte, che a Bruxelles si gioca la partita per evitare l'apertura della procedura di infrazione per debito eccessivo, ha indicato quale candidato ideale dell'Italia per la presidenza della Commissione Ue, chi sarà pronto "a cambiare le regole" europee.