Resta alta la tensione tra Carroccio e M5s. Il capo dei 5 stelle: "Non si può far cadere il governo per una poltrona". Il ministro dell'Interno: "L'esecutivo va avanti, sfidiamoci su cose che interessano gli italiani". Mercoledì a Palazzo Chigi l'appuntamento decisivo
Su Armando Siri non ci sarà alcuna conta in Consiglio dei ministri. Lo assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che prova a smorzare la tensione nella maggioranza sul caso del sottosegretario leghista indagato per corruzione (TUTTE LE TAPPE DEL CASO). Governo in bilico e a un passo dalla crisi? "Tutte false notizie", dice il premier, che ha invitato i giornalisti a "non alimentare polemiche sterili", perché "stiamo tutti lavorando, siamo tutti concentrati a lavorare. Siamo tutti determinati – ha proseguito - a portare avanti questa esperienza di governo, quindi non raccogliete false notizie, false dichiarazioni". Un concetto ribadito anche da Matteo Salvini, che dice di fidarsi ancora del presidente del Consiglio e afferma che il governo andrà avanti anche in caso di dimissioni di Siri. Ma Luigi Di Maio - che il 3 maggio ai microfoni di Sky Tg24 ha ribadito che se Siri non si dimetterà, si potrebbe andare in Consiglio dei Ministri per votare sulla sua decadenza - torna ad incalzare il leader del Carroccio chiedendogli se la Lega voglia la crisi “per una poltrona, per non mollare un loro indagato per corruzione”. Il leader del M5s in serata insiste, legando il caso Siri alla vicenda del tweet cancellato che ha provocato uno scontro fra Viminale e ministero della Difesa: "Capisco la difficoltà della Lega ma non serve che attacchi il ministro della Difesa Trenta per provare a coprire il caso Siri, per coprire il caso Siri basta farlo dimettere". Per Salvini tuttavia "i giornali sono peggio di Topolino e non c’è nessuna crisi di governo. Il governo va avanti, se ne facciano una ragione tutti quanti. A me interessa lavorare e finora abbiamo fatto fatti". E rilancia chiedendo se il M5s darà una mano a cancellare in Cdm gli studi di settore, “invece che questionare sulle dimissioni di Tizio o Caio”. Per quanto riguarda la conta in Cdm, il ministro dell’Interno taglia corto: “Non mi interessa, non sto pensando a questo".
Tensioni M5S-Lega
Ma Luigi Di Maio, sin dalla mattina, torna ad incalzare il titolare del Viminale: "Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale, c'è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?", scrive su Facebook il vicepremier. Insomma, Per Di Maio "si tratta semplicemente di smettere di fare le vittime e rimettersi a lavorare". Quindi, il vicepremier assicura: "Il Movimento 5 stelle vuole che il governo vada avanti per altri 4 anni, rispettando i punti di un contratto che può cambiare davvero il Paese. Si chiama responsabilità. Quando ci prendiamo un impegno lo portiamo avanti". Salvini non cede alla polemica e, anzi, si affretta a ribadire: "L'ho detto e lo ripeto e lo ripeterò finché campo: la mia parola vale più dei sondaggi, questo governo arriva fino in fondo perché abbiamo un sacco di cose da fare".
Lo scontro sulla sicurezza
Accanto alla vicenda del sottosegretario leghista, si apre tra i due alleati di governo un nuovo fronte, sulla sicurezza, con i 5 stelle che, all'indomani della sparatoria di ieri a Napoli in cui è rimasta ferita anche una bimba di 4 anni ora in gravi condizioni, alzano il tiro: "Una cosa è certa - sottolinea Di Maio sui social - serve più sicurezza, servono più uomini sul territorio, più controlli, più prevenzione". Attacchi al ministro arrivano anche dal Pd: "Per cortesia, almeno un'ora al giorno, meno comizi e fai il ministro dell'Interno", attacca il leader dem Zingaretti.