Il segretario Pd, protagonista della seconda puntata del programma condotto da Fabio Vitale in vista delle Europee, attacca la maggioranza gialloverde. E in caso di crisi di governo, afferma, "si torni alle urne". Sul voto del 26 maggio: "I sovranisti perderanno"
"La Lega è molto diversa da quella che conoscevamo, questa Lega cattura voti sull'odio e sulla rabbia ma non ha un progetto per il Paese. L'odio non crea lavoro, benessere o sviluppo". Queste le parole del segretario del Pd Nicola Zingaretti, ospite della seconda puntata di Tribù, il programma condotto da Fabio Vitale - in onda dal martedì al venerdì, alle 20:20 - , con cui Sky Tg24 racconta l'Italia che si avvicina alle elezioni europee del 26 maggio in un’Europa mai così divisa fra sovranisti ed europeisti, liberal e conservatori, pro euro e anti euro.
"Siri? Grande confusione non degna dell'Italia"
A proposito di divisioni, incalza il segretario Pd, "Lega e Movimento 5 Stelle litigano su tutto, ma nessuno si alza dalla poltrona". Questo, aggiunge, "ha creato immobilismo, paralisi". Anche sul caso Siri, spiega, "io denuncio l'incredibile confusione che non è degna di un grande Paese come l'Italia. Quel contratto non tiene più, e una classe politica responsabile lo dovrebbe ammettere". Il governo, aggiunge, "è in crisi. Un governo che non governa è sempre in crisi".
"In caso di crisi di governo si torni a votare"
In ogni caso, "quando si arriverà alla crisi bisognerà arrivare al voto, solo gli italiani potranno decidere come rimediare ai danni del governo. Se venissi convocato dal presidente della Repubblica chiederei elezioni anticipate", dice Zingaretti escludendo qualsiasi accordo con il M5S in caso di crisi. Il giudizio è netto. "Loro - dice - vogliono governare con la destra di Salvini".
Elezioni europee: non vinceranno i sovranisti
Sulle imminenti elezioni Europee, Zingaretti si dice convinto che “in Europa non vinceranno i sovranisti” e che per i nazionalisti non ci sia futuro. "L'Italia - aggiunge - purtroppo è dentro uno schieramento che forse serve a Orban ma è contro gli italiani perché ci rende più deboli". Secondo il segretario Pd, in Europa dopo il 26 maggio ci sarà uno scontro tra chi l'Europa "la vuole distruggere" e "chi la vuole cambiare". "Noi dobbiamo batterci per l'Europa del lavoro, del benessere, e che metta al centro le persone e non per un'Ue inter-governativa", aggiunge.
Pd ha messo in campo la vera novità politica
Sulla proposta del Pd per il voto del 26 maggio, il segretario dem afferma: "Noi abbiamo messo in campo la vera novità politica italiana, la lista unitaria è esattamente quello che ci ha chiesto una parte dell'Italia: basta litigare e unirsi sulla base di un'idea di Europa. Questa lista è l'unico modo per voltare pagina".
"Sala candidato premier? È una risorsa"
Zingaretti non esclude un Beppe Sala - ospite ieri della prima puntata di Tribù - “candidato premier”, anche se il diretto interessato, proprio a Tribù, aveva scartato “al momento” l’ipotesi. "Sala è una grande personalità italiana, sta guidando la città più importante dal punto di vista dell'immagine", afferma il segretario del Pd.
"Non sono capo ma colui che governa
Rimanendo sull'argomento Pd, Zingaretti parla dell'ex segretario Matteo Renzi: "Con lui ci sentiamo abbastanza spesso, sui momenti più delicati, come senti altri dirigenti", spiega. "Poi decido io, però bisogna ascoltare le opinioni degli altri. Con Matteo nei congressi siamo sempre stati in posizioni diverse, ma le differenze di per sé non debbano portare a essere nemici, si può lavorare assieme sui dossier", sottolinea Zingaretti. "Io non mi sento il capo del Pd, ma il suo segretario, nel senso di colui che lo governa", spiega.