Tornano le Province? Di Maio: "Si tagliano". Salvini: "I 5 stelle si mettano d'accordo"

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Il leader del M5s commenta la notizia secondo cui la riforma degli enti locali prevede un ritorno delle province: "I poltronifici per noi devono essere aboliti". Salvini: "Servono per dare servizi ai cittadini". Conte da Pechino: "Affronterò dibattito quando tornerò"

La maggioranza di governo è ancora una volta spaccata, questa volta sulle province. Da una parte la Lega, con Matteo Salvini che spiega: servono per dare "servizi ai cittadini". Dall'altra il M5s, con Luigi Di Maio che parla di un "carrozzone" pieno di sprechi e poltrone. Tutto ruota intorno al fatto che Lega e M5s stanno lavorando ad una bozza di riforma nella Conferenza Stato-città e insieme, secondo l'anticipazione del Sole 24 ore, avrebbero scritto linee guida, da sottoporre all'esecutivo, per 'ripescare' le Province tornando all'elezione diretta per 2.500 tra presidenti e consiglieri, smontata dalla legge Delrio del 2014.

Di Maio: "Non riesumare vecchio carrozzone"

Ma Di Maio in giornata, dopo le indiscrezioni, ha chiarito: "Per me le Province si tagliano. Punto. Ogni poltronificio per noi deve essere abolito. Questa è la linea del M5S, per il resto chiedete alla Lega". L'alleato di governo aspetta il pomeriggio, poi incalza: "I 5 Stelle non possono cambiare idea ogni giorno su tutto". E Salvini, da Biella, sui pentastellati aggiunge: "Si mettano d'accordo". "Se i Comuni non riescono a farli, servono le Province", aggiunge. Il leader dei 5S però non ci sta e ribatte su Facebook: "Non è riesumando un vecchio carrozzone che si danno più servizi ai cittadini". E insiste: "Io nuove poltrone non le voglio. Bisogna tagliarle. E bisogna tagliare anche gli stipendi dei parlamentari. Subito!". Di Maio unisce poi la sorte delle Province alle tasse: "L'obiettivo è reperire risorse per abbassare subito le tasse a imprese e famiglie". Intanto, dalla Cina, interviene anche il premier Giuseppe Conte che rimanda la questione: “Affronteremo il temo al mio ritorno”. E sul caso dice la sua anche Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera: “Quando vennero abolite le Province sembrava che le casse dello Stato si sarebbero risanate, ma non è stato così”.

La divisione tra Lega e M5s e il tavolo tecnico

Nello specifico, l'ennesima divisione tra i gialloverdi si apre al tavolo tecnico a cui sono seduti, per la Lega, il sottosegretario al Viminale Stefano Candiani e per il M5s la viceministro all'Economia Laura Castelli. Il dilemma è tutto sulla bozza di riordino. Secondo i 5S, "la bozza è della Lega e noi non la condividevamo ieri e non la condividiamo oggi". Ma Candiani in giornata ha precisato: "Stiamo facendo un lavoro importante con il M5S, e nello specifico con il viceministro all'Economia Laura Castelli, in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali e a partire dal confronto col territorio che la riforma Delrio ha disarticolato con il risultato che i servizi che fornivano una volta le Province, come i trasporti e le scuole, non li copre più alcuno". Poi in serata, Castelli ha a sua volta messo in chiaro: "La verità è che c'è un tavolo di confronto con la Lega e nessuna decisione è stata presa. Mai ho dato il mio ok ad elezioni di primo livello". Intanto, l'ex premier Matteo Renzi attacca: "Pur di andare contro le scelte del nostro governo, fanno risorgere le vecchie Province". A far sentire la loro voce sono anche i diretti interessati: "Sarebbe un errore per il Paese se si usassero le Province come tema di scontro di campagna elettorale. Non ne uscirebbe nessun vincitore", osserva il presidente dell'Unione delle Province italiane Michele de Pascale.

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