
Revenge porn, stralciato l'emendamento: protesta delle deputate in Aula. FOTO
Le norme non saranno inserite nel ddl "Codice rosso" sulle modifiche al codice di procedura penale in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. A guidare la protesta Stefania Prestigiacomo (FI), seguita dalle colleghe di Pd e Leu

Reato di revenge porn: tutto fermo. Nella seduta in Aula del 28 marzo l’emendamento è stato stralciato: le norme non saranno inserire nel ddl "Codice rosso" sulle modifiche al codice di procedura penale in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Immediata la protesta in Aula –
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Le deputate sono insorte e hanno occupato i banchi. A guidare la protesta è stata la deputata di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, alla quale si sono poi aggiunte le colleghe di Pd e Leu -
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La capigruppo della Camera ha così deciso di interrompere, fino a martedì 2 aprile, l'esame del ddl . I lavori riprenderanno da dove sono stati interrotti: il voto, a scrutinio segreto, sull'emendamento a prima firma Forza Italia ma sostenuto da tutte le altre forze di opposizione, che mira a introdurre nel ddl 'codice rosso' il reato di revenge porn. Sull'emendamento la relatrice pentastellata Stefania Ascari ha dato parere contrario -
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Si allungano così i tempi dell'esame del ddl, che avrebbe dovuto essere approvato in prima lettura già oggi, almeno erano queste le intenzioni della maggioranza che, nei giorni scorsi, aveva raggiunto un accordo con le opposizioni per garantire tempi brevi –
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Non è solo il reato di revenge porn, ovvero la diffusione sui social e nelle rete di foto e immagini intime e video sessualmente espliciti, spesso diffuse dall'ex, a creare tensioni. Anche un emendamento al ddl 'codice rosso' sulla castrazione chimica, a prima firma del leghista Roberto Turri, contribuisce ad innalzare il clima di scontro: contrari i 5 stelle, che non ne vogliono nemmeno sentir parlare, mentre la Lega difende l'iniziativa –
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