Intervistato dal Corriere della Sera, il portavoce del presidente del Consiglio, nel ribadire la sua estraneità alla vicenda, invita l’ex compagno della deputata grillina a pubblicare i messaggi: “Così si capirà chi ha ragione"
Non accenna a placarsi la polemica sul caso Rimborsopoli in casa M5s. Il portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino, in un’intervista al Corriere della Sera ribadisce la sua estraneità alla vicenda e invita Bogdan Andrea Tibusche a pubblicare le chat in cui l’ex compagna di quest’ultimo, la deputata Giulia Sarti, confesserebbe che la richiesta di denuncia nei suoi confronti sarebbe arrivata proprio da Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino, all’epoca responsabili della comunicazione grillina del Parlamento. "Spero che le renda pubbliche – attacca Casalino - Ho chiesto anche alla Sarti di fare lo stesso. Mettano tutto a disposizione di tutti e così si capirà chi ha ragione". Casalino sottolinea nuovamente che non fu lui a suggerire alla Sarti di denunciare il fidanzato: "Questo l'ho già chiarito mostrando le chat di quel giorno. Io la invitai ad essere cauta, le spiegai che se non era vero rischiava di finire nei guai. Lei disse che era sicura e decise di andare avanti. Quei giorni li ricordo bene, erano tutti terrorizzati".
“La mia unica preoccupazione era limitare i danni per il M5s”
Nel corso dell’intervista Casalino racconta anche di coloro che non avevano versato il contributo: "Noi ascoltavamo tutti, spiegando che se si trattava di un errore non ci sarebbero state conseguenze. Sarti venne da me, disse che era in regola e poteva dimostrarlo. Mi spiegò che poteva essere stato il fidanzato e io la invitai a fare le verifiche. Poi mi annunciò che voleva denunciarlo". Anche Tibusche, aggiunge, "mi mandò un messaggio per dirmi che la Sarti voleva denunciarlo e lui aveva le prove che stava mentendo". "La mia unica preoccupazione era limitare i danni per il Movimento. Mi occupo della comunicazione, dovevo garantire che venisse fuori la verità. Quindi chiamo la Sarti e le spiego che cosa sta succedendo. Lei ripete che è innocente. E io capisco che è meglio prendere le distanze, però glielo ripeto: stai attenta ad accusare un innocente, devi essere sicura al cento per cento. Altrimenti è un boomerang". E adesso "il boomerang è tornato indietro". "Il problema è che siamo finiti in una storia tra due fidanzati. Anche adesso lei continua a dire di essere la vittima", conclude.
Il caso rimborsopoli
La vicenda era emersa dopo che il nome di Sarti era spuntato nell'elenco delle Iene di deputati M5s che da eletti non avevano restituito gli stipendi al fondo. Sette i bonifici partiti dal conto della Sarti, destinati a quello del Mef, che però risultavano annullati. Quando fu interrogato dal pm Davide Ercolani, un anno fa, l’ex fidanzato Bogdan spiegò che se aveva agito sul conto corrente online della deputata lo aveva fatto con la consapevolezza di lei e avendone le password. Inoltre consegnò alla Procura una chat in cui Sarti gli annunciava la querela per togliersi dall'imbarazzo delle mancate restituzioni. Per il procuratore capo e il pm, che hanno firmato la richiesta di archiviazione, non vi furono reati. Ora sarà il Gip a decidere e al momento non ci sono opposizioni alla richiesta.