Depositata la mozione della maggioranza sulla Tav, che dovrebbe andare in Aula a Montecitorio. Chiamparino: "Pietra tombale sull’opera"
Ridiscutere integralmente il progetto della Linea Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia. E' l'impegno che la maggioranza chiede al governo con la mozione depositata alla Camera, firmata dai capigruppo M5s e Lega, Francesco D'Uva e Riccardo Molinari, e che sarà messa in votazione il 21 febbraio (TAV: LE TAPPE DI UNA VICENDA LUNGA 20 ANNI)
Le accuse: voto di scambio
Immediate le reazioni politiche. Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, approvare il documento significa "mettere una pietra tombale" sull'opera. E aggiunge: "La Lega svela il suo vero volto non a caso dopo il salvataggio del ministro dell'Interno da parte dei Cinquestelle". Ancora più diretto Matteo Renzi, che twitta: "Di Maio salva Salvini dal processo e la Lega in cambio rinuncia a fare la Tav. Tecnicamente è voto di scambio, politicamente uno schiaffo al Nord produttivo, economicamente l'ennesimo cantiere bloccato: hanno preso tre piccioni con una fava. Salvini si salva, l'Italia si ferma". Interviene anche Giorgia Meloni, che boccia la mozione: "La maggioranza grillo leghista con due righe di una mozione parlamentare contro la Tav decide di condannare l'Italia a far parte del Terzo mondo del commercio mondiale e consegnando la nostra Nazione all'arretratezza e alla povertà".
Ma, a chiarire il senso della mozione, arrivano le parole dello stesso Molinari: la posizione della Lega, dice, "resta la stessa", ovvero "valutare come realizzare quest'opera nel rispetto degli accordi internazionali".
La mozione M5S-Lega
Nel testo della mozione si ricorda che la scelta di realizzare l'Asse ferroviario Torino-Lione veniva consolidata e assunta al Vertice Italo Francese di Torino del 29 gennaio 2001 e perfezionata poi con l'accordo supplementare del 5 maggio 2004. Il progetto definitivo è stato poi approvato dal CIPE con delibera del 20 febbraio 2015. Quindi si fa riferimento all'analisi costi-benefici chiesta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha dato mandato di predisporre una nuova valutazione dell'adeguamento dell'asse ferroviario T in questione. Obiettivo dell'analisi consentire "un'allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative", si legge.
Bandi di gara
I due paesi, con il ministro Toninelli e l'omologa francese, nel contempo, hanno firmato "congiuntamente una lettera per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di Base. Un iter, secondo quanto espresso dal ministro, che persegue "l'obiettivo di avere un rapporto di collaborazione e condivisione con la Francia e, contestualmente, con la Commissione Ue. Del resto, viene osservato, "secondo la Corte dei Conti europea, l'analisi costi benefici è per definizione lo strumento analitico utilizzato per valutare una decisione di investimento confrontando i relativi costi previsti e i benefici attesi".