Le forze di maggioranza impegnano il governo a "sostenere gli sforzi diplomatici" per arrivare alle elezioni nel Paese sudamericano. Conte: "Italia non è isolata". Caracas: "Governo italiano molto saggio"
La mozione del governo sul Venezuela è stata approvata dalla Camera. La risoluzione frutto dell'accordo tra M5s e Lega impegna il governo "a sostenere gli sforzi diplomatici" per convocare nuove elezioni presidenziali. Il testo è stato approvato con 266 voti a favore, 205 contrari e nove astenuti (i deputati di Leu). Intanto Giuseppe Conte, a Strasburgo, spiega che sulla questione venezuelana "l'Italia non è isolata, ha contributo al comunicato dell'Alto Commissario e dell'intera Ue del 26 gennaio, ed è stato riconosciuto che il mio intervento è stato determinante". A stretto giro il commento di Caracas: “Il governo italiano è stato molto saggio in questa situazione. Non vuole imporre una soluzione, che è quello che invece vuole fare il governo Usa”, ha detto il ministro degli Esteri venezuelano, impegnato all'Onu. Maduro però non cede e, in un'intervista alla Bbc, ribadisce: no a nuove elezioni presidenziali e no all'ingresso in Venezuela degli aiuti umanitari. Ma Guaidò rilancia la sfida e, durante una nuova manifestazione, fissa l’ingresso proprio per gli aiuti umanitari al prossimo 23 febbraio.
L'intesa di Lega e m5S sul Venezuela
L'intesa tra le due forze di maggioranza è stato raggiunta oggi durante un vertice a Palazzo Chigi, alla presenza anche del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che ha detto: "Il governo ritiene che le scorse elezioni presidenziali non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro (CHI È)". Una posizione, quella del ministro Moavero, che viene ribadita anche dai pentastellati: "Nel dibattito politico ci sono pericolose strumentalizzazioni da parte dei partiti che non argomentano il loro sostegno a Guaidò (CHI È) ma attaccano il M5S sostenendo che appoggia Maduro. Il M5S non appoggia Maduro", sottolinea il deputato Cristian Romaniello. La Lega, ha detto invece il deputato Paolo Formentini in aula, "non può accettare che si dica che sarebbe in atto un tentativo di golpe. L'elezione di Maduro è stata fraudolenta e lo abbiamo scritto nella risoluzione. Noi non staremo mai con i dittatori".
Moavero: "Scorse elezioni illegittime"
Intervenuto poi alla Camera per riferire sulla crisi venezuelana, Moavero ha spiegato: "Il governo è preoccupato per l'emergenza umanitaria e sta operando per fornire soluzioni non conflittuali. Il governo considera inaccettabile e condanna fermamente ogni tipo di violenza e si esprime a favore di una soluzione pacifica". Le ultime elezioni presidenziali vinte da Maduro sono ritenute illegittime perché "sono state inficiate nella loro correttezza, equità e legalità". Per questo il governo chiede nuove elezioni "libere, trasparenti e credibili, in condizioni di piena democrazia e giustizia". Il ministro ha anche osservato che "la situazione in Venezuela è oggetto di una notevole attenzione internazionale e lo si vede anche nelle contrapposte risoluzioni presentate nel quadro dell'Onu".
La mozione
"Assumere ogni iniziativa utile, anche in sede di Ue, affinché sia affrontata in priorità l'emergenza umanitaria, e la crisi economica e sociale, garantendo il necessario flusso di aiuti nel rispetto del diritto internazionale". È questo uno dei passaggi della mozione di maggioranza sul Venezuela su cui, a quanto si apprende, si è dibattuto fino all'ultimo. Il timore del M5s era infatti, viene spiegato, che la definizione degli aiuti fosse troppo larga e fosse il varco per aprire ad altri tipi di iniziative. Il dispositivo della mozione depositata alla Camera è composta di quattro punti. Il primo è un impegno per il governo "a continuare ad attivarsi affinché siano tutelati la sicurezza e gli interessi dei connazionali residenti in Venezuela e delle aziende italiane operanti nel paese", il secondo riguarda l'emergenza umanitaria, il terzo "condannare, con forza, ogni forma di violenza, repressione o conflitto armato in Venezuela" e il quarto impegna a "sostenere gli sforzi diplomatici al fine di procedere, nei tempi più rapidi" a nuove elezioni "libere".