Il ministro delle Infrastrutture spiega che “chi decise 20 anni fa l’ha fatto sulla base di numeri” che non esistono più. Il tema continua a dividere il governo. Fonti europee: l’Italia decida, c’è già un ritardo sulla tabella di marcia
La Tav? “Mancano i presupposti”. In attesa della diffusione dell’analisi costi-benefici commissionata dal governo, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ribadisce ancora una volta il suo no alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione (LE TAPPE DI UNA VICENDA LUNGA 20 ANNI). "Chi ha pensato la Tav – si domanda - ha pensato se quei tanti soldi dei contribuenti erano ben spesi per dare vantaggi a tutti i cittadini? Chi decise 20 anni fa di fare la Tav l'ha fatto sulla base di alcuni numeri: tante persone e tante merci in più. Non ci sono né tante persone e né tante merci in più", spiega. "Quindi - aggiunge - viene meno il presupposto dell'opera ma, siccome siamo persone per bene, e prima di decidere vogliamo aver dei numeri, abbiamo fatto l'analisi costi-benefici". "L'Italia dica cosa vuole", il messaggio che arriva intanto dall'Unione europea, che sottolinea come vi sia il rischio di perdere i fondi se il ritardo continua.
Lo scontro all’interno del governo
Il tema continua però a dividere l’esecutivo gialloverde. "Non ho ancora visto i numeri, prima o poi me li daranno", commenta il vicepremier Matteo Salvini, che non ha mai nascosto la sua volontà di proseguire l’opera, aprendo alla possibilità di rivedere il progetto. "Salvini, lo sceriffo, dice che si può rivedere il progetto – replica Beppe Grillo dal suo blog - il governo non si spaccherà su una cosa del genere”. Il fondatore del M5s si scaglia poi contro il movimento Sì Tav: “Migliaia di passatelle invadono le piazze a Torino, come api pacchiane sostenendo che essere 'sì Tav' vuol dire credere nel progresso, nella crescita. Secondo me è inutile e costa più del reddito di cittadinanza ma...cosa mi viene in mente!".
Ue: "Italia dica cosa vuole nelle prossime settimane"
Intanto dall’Europa filtra con insistenza la richiesta di chiarimento della posizione dell’esecutivo italiano, che dovrà dire cosa vuole fare sul progetto il più presto possibile, nelle prossime settimane, perché, spiegano alcune fonti, c'è già un ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, e questo aumenta il rischio della perdita dei fondi: tra pochi mesi sarà infatti fatto un controllo dei finanziamenti della Connecting europe facility. "Come volevasi dimostrare, purtroppo, anche oggi fonti dell'Ue ribadiscono che l'insopportabile balletto elettorale Di Maio-Salvini sulla Tav mette seriamente a rischio i fondi europei in parte già spesi, in parti stanziati sull'opera", attacca il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.
Il finanziamento europeo
Il costo totale dell'opera è di 8,6 miliardi. I costi coperti dall'accordo sui finanziamenti del Cef attuale (2014-2020) è di circa 1,9 miliardi, con un cofinanziamento europeo di 813,8 milioni (41%). Nella sua proposta per il bilancio pluriennale 2021-2027, la Commissione europea ha proposto di incrementare l'aliquota di cofinanziamento per progetti transfrontalieri come la Torino-Lione dall'attuale 40% (2014-2020) al 50%.