Tav, Salvini: “Nessuno stop”. Di Maio ribadisce il no: “L'analisi sarà negativa”

Politica

Il ministro dell’Interno non cambia idea ma si dice tranquillo e assicura di "non voler far saltare il governo". Ma il collega grillino ribadisce: “Il tema del ridimensionamento è solo una supercazzola. Io tiro dritto”. Fico: "Sul No non è possibile tornare indietro"

Sale la tensione all'interno dell'esecutivo giallo-verde sulla Tav. E tra Lega e M5s avanza la convinzione che l'unica mediazione possibile sia un rinvio della decisione. Lo scontro ha preso la scena in Abruzzo, dove si sono recati sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini in vista delle Regionali di domenica 10 febbraio: “Sono io a tirare dritto perché qui c'è una cosa che qualcuno vuole fare e che il MoVimento 5 Stelle non vuole fare”, ha detto il vicepremier pentastellato rispondendo alle domande sul collega vicepremier, da un evento elettorale. “Non cambiamo idea, perché siamo convinti, come trapelato anche dal Mit, che l'analisi costi-benefici sia negativa”, ha detto. In Abruzzo è anche Matteo Salvini che però frena su una possibile crisi di governo: "Non faccio saltare il governo per quello che dicono i sondaggi". Ma aggiunge: "Però le cose bisogna farle non bloccarle". Sulle divergenze all'interno dell'esecutivo è arrivata però la voce meno rassicurante del presidente della Camera Roberto Fico, per il quale ci sono "molte" divergenze e "alcune" ragioni per stare insieme nel rispetto del contratto di governo. Salvini in giornata si è comunque detto sicuro "che il governo, come ha fatto in questi mesi, troverà la soluzione migliore".

Il M5s e "l'arma" Diciotti. Salvini sbotta: "Non è il mercato"

Il ministro dell'Interno però non vuol sentir parlare di strategie da parte del M5s. Con la questione Tav si intreccia infatti l'altra partita all'interno del governo: il caso Diciotti. M5s non esclude infatti il rinvio della scelta ma per ora preme sulla Tav, sapendo di avere in mano "l'arma" del voto del Senato sul processo al ministro dell'Interno: "Nella nostra storia mai abbiamo votato per un'immunità ma questa è un po' diversa... decideranno i senatori in giunta leggendo le carte", dice sibillino Di Maio. E Salvini, che probabilmente andrà in giunta a difendere le proprie ragioni, sbotta: "Non è il mercato". Ogni decisione verrà rinviata probabilmente a dopo il voto in Abruzzo di domenica prossima.

Botta e risposta Fico-Salvini

E intanto proprio tra Fico e Salvini si registra un altro botta e risposta che aumenta le tensioni. "Il M5s è stato sempre, costituzionalmente, per il No alla Tav", afferma il presidente della Camera, e "su questa questione non è possibile tornare indietro". A stretto giro la replica del ministro dell'Interno. "Fico? Mi pare dica no a tutto, tranne che agli sbarchi di immigrati e ai processi. L'Italia ha bisogno di gente che costruisca, non che blocchi tutto", attacca Salvini.

Le altre partite nella maggioranza

Ma non ci sono solo Tav e Diciotti: di fattori in grado d'innescare una crisi nella maggioranza ce n'è più d'uno, a partire da legittima difesa e autonomia regionale. Un arduo lavoro di mediazione, per il premier Conte. Che proverà a disinnescare a inizio settimana - un vertice a tre potrebbe tenersi tra lunedì sera e martedì - almeno il nodo della Consob. Se si riuscirà a sciogliere i problemi giuridici di incompatibilità, alla presidenza potrebbe essere indicato il ministro Paolo Savona: lo stesso Conte assumerebbe l'interim agli Affari europei fino alle europee (dopo, potrebbe esserci un rimpasto di governo) e M5s incasserebbe la nomina di Pasquale Tridico, autore del reddito di cittadinanza, all'Inps. Di Maio spinge per chiudere entro il mese, però, anche la partita Tav.

Salvini: "La mia parola vale più dei sondaggi"

Durante il comizio che ha tenuto a Sant'Egidio, una delle tappe del suo tour elettorale in Abruzzo, Salvini ha commentato: "I giornalisti continuano a dirmi 'Salvini guarda i sondaggi, la Lega è diventata il primo partito. Fai saltare tutto così eleggi più deputati e senatori'. A queste persone dico che la mia parola vale più di qualsiasi sondaggio". "Decidono gli italiani - ha poi detto Salvini in merito alla Tav - che hanno bisogno di viaggiare di più, di inquinare di meno, di spendere di meno. Credo che il Governo, come ha fatto in questi mesi, troverà la soluzione migliore, perché lasciare 20 chilometri di buco sotto a una montagna non mi sembra utile né agli italiani né a nessun altro. C'è bisogno di viaggiare di più e meglio, se un'opera mi costa meno finirla che fermarla è evidente dove sta la ragione. Però, ripeto, col buon senso l'accordo si trova". (VIDEO)

Di Maio: "Valgono le priorità"

Di Maio non sembra invece essere convinto su un possibile accordo: ''Finché ci sarà il Movimento al Governo, la Tav non si farà. Ridimensionata? Il tema non è il ridimensionamento dell'opera: se diciamo queste cose, parliamo di una supercazzola''. E aggiunge: "Per me valgono le priorità: in questo governo ce lo siamo detti chiaramente dall'inizio, ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre no. Lavoriamo su quelle su cui siamo d'accordo, altrimenti devo concludere che si spinge su cose su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo? Io non lo consiglio".

Le opposizioni: “Contraddizioni e fake news”

Intanto, dalle fila dell’opposizione si alza la polemica per lo stallo politico sulla Tav. "Le uniche cose che viaggiano ad alta velocità, sul doppio binario del governo, sono le contraddizioni di Salvini e Di Maio”, dice Giuseppe Civati, fondatore di Possibile. Mentre per Mariastella Gelmini, presidente del gruppo Forza Italia alla Camera, "la fantomatica analisi costi-benefici è una fake news, una bufala appaltata ai comitati no Tav, priva di valore effettivo. La Torino-Lione è un'opera che serve all'Italia. "Non farla costa di più in opere di ripristino e penali che comunque pagherebbero i cittadini", conclude su Facebook. Stessa posizione espressa dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: "La Tav è un'infrastruttura fondamentale per la crescita dell'economia dell'Italia e della Francia". D'accordo anche il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio (Pd): "Da quando sono al governo, meno settantamila posti di lavoro. Il presidente del Consiglio ha detto in televisione che lui ha sbloccato la Tap, ha sbloccato il Terzo Valico e ha sbloccato il Brennero. Tap e Terzo Valico lo avevano bloccato loro, quindi non so di cosa parlino. Non possono continuare a mentire sulle loro responsabilità".

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