Il presidente della Repubblica è intervenuto alla cerimonia al Quirinale 'Le donne della Shoah': “Sono passati 74 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Eppure l'orrore indicibile ci sgomenta ancora oggi”
“Sono passati 74 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, l’orrore indicibile è tuttora presente di fronte a noi, con il suo terribile impatto. Ci interroga e ci sgomenta ancora oggi”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto con queste parole la cerimonia al Quirinale per il Giorno della Memoria, dedicata alle “Donne della Shoah” e ha lanciato un monito: “Quel male alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi. Pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, a distruggere, appena se ne ripresentino le condizioni”. Presenti al Colle anche il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il Presidente della Camera, Roberto Fico e la vicepresidente del Senato, Paola Taverna.
“Tragedie se le maggioranze negano la diversità”
Il presidente della Repubblica, partendo da ciò che accadde durante la Shoah, ha evidenziato che non bisogna dimenticare che ciascuna persona è diversa dall’altra e “quando il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze, si fanno coincidere con la negazione del diverso la storia spalanca le porte alle più immani tragedie”. Una società senza diversi, ha ricordato Mattarella, è infatti stato il mito fondante e l'obiettivo perseguito dai nazisti: “Colpevoli e condannati come popolo, come gruppo, come razza a parte. Gli ebrei. Portatori di una cultura antichissima, base della civiltà europea, vittime da sempre di pregiudizi e di discriminazioni, agli occhi dei nazisti diventano il problema, il nemico numero uno”.
“La nostra Costituzione ha bandito le discriminazioni”
Il presidente della Repubblica ha quindi sottolineato come “la nostra Costituzione ha voluto bandire e contrastare” le discriminazioni, segnando un discrimine tra l'umanità e la barbarie “con il riconoscimento di eguali diritti e dignità ad ogni persona e con l'obiettivo e il metodo della cooperazione internazionale per una convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati”.
“L’antisemitismo si insinua nelle scuole e negli stadi”
Mattarella ha poi lanciato un avvertimento: l’aumento degli atti di antisemitismo e di razzismo, ispirati a vecchie dottrine e a nuove e perverse ideologie, seppur rappresentino una minoranza, sono “sempre più allo scoperto” e “sfruttano con astuzia i moderni mezzi di comunicazione, che si insinuano velenosamente negli stadi, nelle scuole, nelle situazioni di disagio”. Per il presidente della Repubblica, gli italiani hanno quindi il "dovere morale" di "combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annididi e di rifiutare come ammonisce sempre la senatrice Liliana Segre, l'indifferenza: un male tra i peggiori".
Auschwitz è stato solo l’ultimo girone dell’inferno
Mattarella ha chiuso il suo discorso ricordando Auschwitz (LA STORIA) che è stato il più grande campo di sterminio “spesso, e comprensibilmente, descritto come l'inferno sulla terra”. Ma il presidente della Repubblica ha sottolineato come sia stato “di questo inferno, solo l'ultimo girone, il più brutale e perverso". A condividere le parole di Mattarella, anche Conte che ha definito il discorso del presidente "molto bello".