Sul suo sito il fondatore del M5s riporta l'articolo di un’esperta di Green Economy sui costi delle energie fossili: “No alla ricerca di petrolio in mare, in atto 7 iter di rigetto”, si legge. Nei giorni scorsi polemica per il via libera alle trivellazioni
"Le trivelle? Costose, pericolose e insostenibili". Beppe Grillo interviene sulla polemica che nei giorni scorsi ha animato il dibattito politico, con il via libera alle trivellazioni per la ricerca del petrolio in mare che è diventato un vero e proprio caso. Sul suo blog il fondatore del Movimento 5 Stelle riporta un'analisi dettagliata di Patty L'Abbate, esperta di Green Economy, sui costi delle energie fossili. "Il programma del governo è in sintonia con il mainstream perciò confermo il NO alla ricerca di petrolio in sintonia con quanto detto dal Ministro Costa e da Di Maio", scrive l'esperta, che sottolinea: sono in atto sette iter di rigetto per i permessi di ricerca nell'Adriatico e nel canale di Sicilia e tre per la terraferma: Carisio, Tozzona, Masseria la Rocca. Conferma la contrarietà del governo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: sulle trivelle "i vari Renzi e quant'altri sono vergognosi per quello che han fatto. Noi quelle autorizzazioni non le daremo. Perché trivellare per cercare fossili significa tornare al Medioevo e noi abbiamo scritto nel contratto di programma cose diverse"..
Il caso
Il caso era scoppiato dopo che Angelo Bonelli, esponente dei Verdi, aveva rivelato che il Mise, il ministero dello Sviluppo economico guidato da Luigi Di Maio, a fine anno “ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio”. Alcuni attivisti si erano infatti accorti che sul Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse, una pubblicazione del ministero, erano comparsi una serie di decreti che autorizzavano l’esplorazione alla ricerca di idrocarburi in tre aree del mar Ionio. Accusati di aver tradito le promesse elettorali, Luigi Di Maio e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si sono difesi sostenendo che le autorizzazioni fossero state concesse dal governo precedente.
Le repliche di Costa e Di Maio
“Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”, la replica di Costa, che ha ribadito che “i permessi dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell'Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra amica dell'ambiente”. Secca anche la smentita del capo politico del M5s: "Queste 'ricerche di idrocarburi' (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal governo precedente e in particolare dal ministero dell'Ambiente del ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio governo. Non poteva fare altrimenti, perché altrimenti avrebbe commesso un reato". Davide Crippa, sottosegretario al Mise (M5s), ha invece assicurato che “è stato avviato l'iter di rigetto per sette permessi di ricerca del petrolio in Adriatico e nel Canale di Sicilia”. Una posizione ribadita oggi da Toninelli: "Ora viene la parte politica con il ministro Costa e vedrete di che pasta siamo fatti".