Violenza negli stadi, Salvini: “Sradicare teppisti, no al divieto trasferte"
PoliticaIl ministro dell'Interno dopo la riunione straordinaria dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive: "Sradicare la violenza con ogni mezzo necessario. Ma "no a sanzioni collettive". Il vicepremier contrario a stop delle partite in caso di cori offensivi
Pugno duro con l’obiettivo di “sradicare la violenza con ogni mezzo necessario”, ma un secco no alla chiusura degli stadi e al divieto di trasferta "perché è la resa dello Stato: bisogna garantire che chi sbaglia da tifoso paghi e chi sbaglia da tesserato deve essere punito il doppio". È questa la ricetta del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul tema della violenza negli stadi italiani nella riunione straordinaria dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, convocata dopo la morte dell'ultrà Daniele Belardinelli prima di Inter-Napoli il 26 dicembre. Insieme a Salvini il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il capo della polizia Franco Gabrielli, i presidenti del Coni, Giovanni Malagò, della Figc, Gabriele Gravina, e delle Leghe di Serie A, Serie B e Lega Pro, e i presidenti delle Associazioni italiane calciatori, arbitri, e allenatori. Salvini ribadisce la sua contrarietà a "sanzioni collettive, non è giusto che paghi un club, un'intera tifoseria o una città. Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e 6mila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%”, afferma il vicepremier. Mentre in conferenza stampa il sottosegretario Giorgetti aggiunge: "Per la sicurezza dentro e fuori gli stadi sono importanti la certezza delle pene, la rapidità dei giudizi, le aggravanti specifiche e le misure accessorie”.
Cori offensivi, Salvini contrario a stop delle partite
Salvini è contrario anche a sospendere le partite in caso di cori offensivi: “Rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto ad una frangia minoritaria. E poi è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione". Tornando al tema della violenza, secondo il ministro dell’Interno “non si devono confondere i tifosi con i delinquenti, perché chi va allo stadio con la roncola e il machete è un delinquente. L’errore da non commettere è quello di mettere tutti sullo stesso piano”. Salvini si dice poi favorevole a "tornare ad autorizzare le trasferte collettive di tifosi, perché sono più controllabili mille tifosi che arrivano con un treno speciale piuttosto che avere cento auto incontrollate in città".
Salvini: “Dati dicono che violenza è in calo”
Insiste poi Salvini: “Useremo ogni mezzo necessario per allontanare queste persone dagli stadi. Sono per coinvolgere i tifosi, con la certezza che chi sbaglia, paga. Sia fuori che dentro lo stadio”, afferma il vicepremier. “La legge è vecchia di 30 anni. Servono delle strutture con camere di sicurezza per chi si macchia di alcuni reati. Rimango favorevole alle trasferte collettive, non alle punizioni collettive come la sospensione della partita”. Salvini poi sottolinea: “Non si può morire di calcio nel 2018. Ma i dati dal primo luglio al 30 novembre 2018 ci dicono che il calcio è uno sport sempre più sano: i feriti sono il 60% in meno, quelli tra gli agenti del 50% mentre si sono azzerati tra gli steward".
Giorgetti: “Tesserati e media non alimentino retorica ultrà”
Il sottosegretario Giorgetti sottolinea poi quello che a suo parere è un “altro punto essenziale per la sicurezza”, che “riguarda le date e gli orari delle partite, che vanno regolati secondo precise esigenze. In questo devono impegnarsi società e leghe". Per quanto riguarda i tifosi, “c'è la preoccupazione per le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve”, ha aggiunto Giorgetti, “bisogna lavorare sulle figure degli Slo e degli steward, che in Italia non hanno i poteri che spesso hanno all'estero. Quanto al problema delle trasferte, il segnale non è vietarle o chiudere gli stadi, ma regolamentare con particolare attenzione la vendita dei biglietti", afferma. Poi conclude: "I tesserati e i media non devono stimolare la retorica ultrà che alimenta il proselitismo. Soprattutto i presidenti e i giocatori non devono gettare sempre benzina sul fuoco. Gli arbitri sappiamo che sbagliano ma bisogna cambiare culturalmente".
La Figc presenta decalogo di proposte
Per il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina “è stato un incontro molto proficuo nel quale sono stati individuati percorsi comuni e specifici tra i responsabili dell'ordine pubblico e il mondo del calcio”. Gravina illustra le proposte della Federazione: "Semplificare la procedura per la sospensione di una partita in caso di cori discriminatori, pene più severe per chi commette illeciti, più controllo sui sottoposti a Daspo, maggior ruolo per steward e Slo. Al tavolo odierno abbiamo proposto questi argomenti su cui lavorare con più urgenza”.