Audizione del ministro, come chiesto dalle opposizioni, prima che il testo arrivi in Aula per il voto finale. Ha confermato il reddito di cittadinanza “dal primo aprile” e assicurato che la riduzione del fondo per quota 100 non cambia "impianto e impatto della riforma"
L'accordo con l'Ue sulla manovra ha permesso al governo di ottenere "il miglior risultato possibile sia dal punto di vista economico finanziario che politico”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria lo ha ribadito durante un’audizione in commissione Bilancio alla Camera. Le modifiche, ha aggiunto, hanno evitato “l'avvio che sarebbe stato disastroso di una procedura sul debito”. La presenza di Tria, prima di iniziare la discussione generale in Aula sulla manovra (che dovrebbe essere approvata in modo definitivo entro sabato), era stata chiesta dall’opposizione. Tria ha sottolineato che, “rispetto alla prima versione della manovra, l'attuale riduce la spesa corrente del 2019 e non lo fa a scapito della spesa per investimenti”. Il ministro ha confermato il reddito di cittadinanza “dal primo aprile 2019”, ha assicurato che la riduzione del fondo per quota 100 nel primo anno non cambia "impianto e impatto della riforma" e ha auspicato lo stop agli aumenti Iva anche nel 2020-2021.
“Ridare fiducia a consumatori e investitori”
Secondo Tria, l’accordo con l’Ue ha permesso di raggiungere “un risultato che conferma gli obiettivi fondamentali di riforma e politica economica del governo e li riconduce a un livello di deficit" più basso "di quello preventivato". Allo stesso tempo, ha aggiunto, permette di avere uno "spread più vicino ai fondamentali dell'Italia, di pagare meno interessi e di ridare fiducia a consumatori e investitori". Nei negoziati, ha spiegato, sono entrati “tre aspetti: la revisione al ribasso della previsione di crescita, l'aggiornamento delle proiezioni di finanza pubblica, gli aggiustamenti di bilancio migliorativi del saldo per circa 10,25 miliardi di euro".
“Le risorse destinate agli investimenti restano invariate”
La manovra, ha assicurato il ministro, tiene insieme l'intento "di uscire dalla trappola della bassa crescita - stimolando i consumi, dando forte spinta agli investimenti, migliorando le capacità progettuali e cercando di tutelare le fasce più vulnerabili” - e consente "al tempo stesso la compliance con le regole fiscali europee”. “Per quanto riguarda gli investimenti – ha aggiunto – la priorità è dare sviluppo a quelli pubblici: da troppi anni l'Italia necessita di un piano di grandi, medie e piccole opere. Ecco perché istituiamo un fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali”. E ha sottolineato: “Le risorse destinate agli investimenti restano invariate nel prossimo triennio a 15 miliardi. Si è ridotto il contributo dello Stato di due miliardi solo perché parte dell'intervento sarà finanziato da fondi europei già disponibili”.
Aumenti Iva: confidiamo stop anche 2020-2021
Secondo Tria, la manovra “conferma la piena sterilizzazione di aumenti Iva per il 2019 per 12,4 miliardi previsti dall'ultima legge di bilancio del governo Gentiloni. Le clausole sono state portate per il 2020 a circa 23 miliardi e per il 2021 a poco meno di 28,8 miliardi”. “Confidiamo – ha aggiunto – di poter intervenire per gli anni prossimi come fatto quest'anno, sperando in una maggiore crescita e adeguate coperture, da trovare come quest'anno, anche con fatica". Per quanto riguarda "il Pil nominale – ha detto ancora il ministro – il 22 dicembre l'Upb ha ritenuto che la previsione del Mef per il 2019 fosse plausibile" e "coerente". Il riferimento è alla previsione del Pil abbassata dal governo all'1% dopo l'intesa con l'Unione europea.
Reddito dal primo aprile, “inalterate platea ed entità massima”
Nell’audizione, Tria ha confermato che il reddito di cittadinanza arriverà "dal primo aprile 2019, da fine marzo, inizio aprile". Lo stanziamento necessario, ha detto, è stato "rivisto al ribasso senza modificarne minimamente la portata sulla base del differimento della misura e dell'affinamento delle stime circa il numero effettivo di richiedenti, lasciando invariata la platea potenziale”. “I dettagli saranno inseriti in un decreto che verrà emanato a inizio anno", ma - ha ribadito - restano inalterate platea ed entità massima”.
Quota 100, non cambia "impianto e impatto della riforma"
Un passaggio anche su quota 100. La riduzione del fondo nel primo anno non cambia "impianto e impatto della riforma", che consentirà di andare in pensione in anticipo "con 62 anni di età e 38 di contributi senza riduzioni dell'assegno" salvo gli effetti del sistema contributivo, ha spiegato Tria. Ha confermato che le norme arriveranno a gennaio e che la "riduzione degli oneri non incide sulla portata della misura" e che è "da ricondurre solo ad accorgimenti" come "il divieto di cumulo "e il preavviso di 9 mesi per i dipendenti pubblici".
Pensioni d’oro, “risparmio totale di 415,26 milioni tra 2019 e 2023”
Tria ha poi spiegato che “il taglio delle pensioni d'oro porterà a un risparmio totale di 415,26 milioni di euro tra il 2019 e il 2023, di cui circa 80 nel 2019”. “E interverremo sulle indicizzazioni rispetto all'inflazione per gli assegni oltre tre volte il minimo. L'adeguamento continuerà a esserci ma sarà progressivamente frenato al salire degli assegni”, ha aggiunto. "La riduzione dell'adeguamento all'inflazione" per le pensioni tre volte il minimo sarà di "5,4 euro lordi al mese, 3,4 euro netti. Una perequazione che incide meno rispetto alle leggi vigenti finora" e porterà "2 miliardi di euro nel triennio", ha proseguito.