Manovra 2019, decreto pensioni sarà approvato tra il 10 e 12 gennaio

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Il sottosegretario al Lavoro Durigon annuncia le date del dl. Tra le norme la cosiddetta quota 100, la proroga dell'Ape sociale e opzione donna. Spunta anche il ritorno del consiglio di amministrazione Inps e Inail. Salvini: "Nessun pensionato prenderà un euro di meno"

Il decreto legge sulle pensioni dovrebbe essere approvato tra il 10 e il 12 gennaio. Lo fa sapere il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sottolineando che, tra le norme sulla previdenza presenti, ci saranno l'accesso alla pensione con la cosiddetta quota 100, il blocco dell'aumento dell'aspettativa di vita per le pensioni anticipate, la proroga dell'Ape sociale e l’opzione donna. Non sarà nel testo invece l'abbassamento dal 2,8 a 2 volte il trattamento minimo della soglia per l'accesso alla pensione anticipata nel regime contributivo. "Nessun pensionato italiano prenderà di meno nel 2019 rispetto al 2018", assicura il vicepremier Matteo Salvini.

Nel decreto norma sul ritorno del cda nell’Inps e nell’Inail

Nel decreto che il governo sta mettendo a punto dovrebbe essere inserita anche una norma sul ritorno del consiglio di amministrazione per l'Inps e l'Inail. In attesa della riforma della governance degli enti, quindi, si abolirebbe la norma sul presidente unico tornando a un sistema più collegiale. Lo si apprende da fonti vicine al dossier. La riforma si inserisce nella polemica degli ultimi mesi tra la maggioranza di governo e il presidente dell’Inps Tito Boeri.

Sperimentazione triennale

Il decreto introdurrà le modifiche alla normativa previdenziale tendendo conto dei "limiti delle risorse stanziate" nella legge di bilancio per il 2019 che dovrebbero essere, come indicato nel testo approvato al Senato, 3.968 milioni nel 2019, 8.336 nel 2020 e 8.684 per il 2021. La sperimentazione per l'anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi e per chi ha almeno 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall'età (41 e 10 per le donne) sarà triennale. Il 1° gennaio 2019 scatteranno quindi le nuove regole per l'accesso alla pensione con l'incremento di cinque mesi legato all'aspettativa di vita sia per la vecchiaia (che passa da 66 anni e sette mesi a 67 anni) che per la pensione anticipata (da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e tre mesi) ma entro la metà del mese dovrebbe arrivare il decreto che "riporta indietro" i requisiti per la pensione anticipata a quelli del 2018. Si introducono però le finestre trimestrali e di fatto il "vantaggio" sarà di soli due mesi. Per chi non ha i requisiti previsti dalla cosiddetta quota 100 o quelli per la pensione anticipata l'età per l'uscita sarà a 67 anni.

Ape sociale e opzione donna

Chi anticipa il pensionamento avrà il divieto di cumulo con l'attività lavorativa fino all'età di vecchiaia (a meno che non si tratti di lavoro autonomo occasionale fino a un limite di 5.000 euro annui). La finestra sarà a regime trimestrale per i lavoratori privati e semestrale per i pubblici. Ma se i privati con i requisiti raggiunti entro il 2018 potranno uscire il primo aprile 2019, per i pubblici il termine per il raggiungimento dei requisiti è il 31 marzo 2019 e la prima finestra scatterà a ottobre. Il decreto dovrebbe avere anche norme sull'opzione donna con l'uscita in pensione per le donne con almeno 35 anni di contributi nate entro il 31 dicembre del 1959 se dipendenti e entro il 31 dicembre 1958 se autonome. A questo trattamento si applica la decorrenza mobile. Il provvedimento sulla previdenza dovrebbe contenere la proroga dell'Ape sociale e le norme sulla pace contributiva mentre viene stralciata la parte sull'abbassamento del limite per accedere in anticipo di tre anni alla pensione calcolata con il sistema contributivo da 2,8 volte il trattamento minimo al doppio del trattamento minimo.

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