Manovra, Moscovici: "Procedura infrazione a oggi sarebbe necessaria, ma la porta è aperta"

Politica
Il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il commissario Ue ha ribadito che si devono "cercare con tutte le forze delle soluzioni condivise" e ha mostrato apprezzamento per la linea dell’esecutivo sulla rimodulazione della legge di bilancio. Ieri vertice tra Conte e i due vicepremier

La procedura d'infrazione contro l'Italia per la manovra "allo stato attuale, per quanto riguarda il debito, sarebbe necessaria" ma "non siamo ancora a questo punto". E, in ogni caso, "le sanzioni sono sempre un fallimento". A dirlo è il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, che in conferenza stampa a Parigi ha affermato che sul bilancio italiano "ci sforziamo per trovare delle soluzioni": per l'Italia "la porta resta aperta, la mano tesa. Dobbiamo cercare con tutte le forze delle soluzioni condivise nell'interesse degli italiani e della zona euro". Moscovici ha dimostrato di apprezzare la nuova posizione del governo gialloverde, che, abbandonata la linea dura, ha aperto a una possibile negoziazione sulle misure della manovra e sul deficit. Dopo un vertice ieri sera a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno firmato una nota congiunta per dire che "non è una questione di decimali" ma che, nella sostanza, si è disponibili a cambiare la manovra. Due le leve su cui il governo punta per abbassare il deficit e convincere l'Europa a evitare la procedura d'infrazione: il rinvio, al massimo a giugno, del reddito di cittadinanza e il restringimento della platea di "quota 100". Mario Draghi intanto mette il sigillo sul dialogo dicendosi "fiducioso" su un'intesa.

Tra una settimana possibile nuova raccomandazione per l'Italia

Moscovici ha ribadito che il dialogo con le autorità italiane "continuerà" fino all'ultimo, ma ha anche ricordato che gli Stati membri hanno ora una settimana "per decidere se avviare o meno" le raccomandazioni dell'esecutivo Ue sulla manovra italiana, anche se "non ho dubbi sul fatto che la confermerebbero". "In questo caso - ha precisato - ci sarebbe una nuova raccomandazione" all'Italia". Moscovici non ha però voluto commentare le indiscrezioni di stampa secondo cui un rapporto tra deficit e Pil al 2% sarebbe la "linea rossa" di Bruxelles: "Non si tratta di dare cifre, di citare questa o di quell'altra decimale...O riusciamo ad avvicinarci alle regole o non ci riusciamo - ha detto il commissario - Interesse di tutti è che le regole vengano rispettate. Non sono regole né stupide né rigide. Sono regole flessibili e noi siamo pronti a dar prova di tutta la possibile flessibilità". 

Moscovici: "Sanzioni sono sempre un fallimento"

"Non sono mai stato un partigiano delle sanzioni. Penso che le sanzioni siano sempre un fallimento", ha detto ancora Moscovici parlando della manovra italiana. "Sono sempre stato un commissario favorevole alla flessibilità - ha aggiunto - aperto al dialogo tra Roma e Bruxelles, legato a un'Italia che rimanga al centro della zona euro". Moscovici ha poi ribadito che la manovra italiana, insieme alle tensioni commerciali globali e alla Brexit, rappresenta una delle principali "incertezze" che pesano sull'Europa. Il responsabile Ue ha quindi sottolineato che i tre rilievi fatti all'Italia dalla Commissione Ue - crescita, deficit, debito - "al momento attuale non hanno trovato risposta". "Continuiamo a pensare che la manovra italiana comporti rischi per aziende, risparmiatori e cittadini italiani. Questo rischio ha un nome: si chiama debito al 130% del Pil", ha concluso.

Il governo: dirottare risorse su investimenti

L'idea di partenza dell’esecutivo è spostare risorse pari a circa lo 0,2% del Pil (poco meno di quattro miliardi) dalle spese per reddito di cittadinanza e pensioni, agli investimenti. Se all'Europa non basterà, quelle stesse risorse (magari qualcosa in più) saranno destinate alla riduzione del deficit. Intanto l'apertura del governo a rompere il muro del 2,4% e ridurre il deficit piace ai mercati: cresce la Borsa, cala lo spread. Ma scende anche la fiducia dei consumatori: l'Istat stima una flessione a novembre 2018.

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