Manovra, braccio di ferro governo-Ue. Tria: dialogo con Bruxelles

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Il ministro dell'Economia prova a mediare, dopo la bocciatura del Dpb da parte della Commissione, l’esecutivo ha tre settimane per rimandare una nuova versione. Ma Salvini parla di “attacco al popolo” e per Conte “non esiste nessun piano b”. Spread oltre i 320 punti

È iniziato il countdown delle tre settimane concesse all’Italia per rimandare a Bruxelles la nuova versione del Documento programmatico di bilancio, bocciato ieri dalla Commissione Ue nella sua totalità per la prima volta nella storia. (CHE COSA SUCCEDE ADESSO) La linea del governo che filtra dopo lo stop alla manovra è chiara: dialogo sì, trattativa no. Una presa di posizione che appartiene ai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, mentre spetterebbe a Tria il ruolo di mediatore in questa fase delicata, anche alla luce del fatto che Moscovici l'ha definito un interlocutore "credibile e legittimo". Ed è proprio Tria, in un'intervista a Famiglia Cristiana in edicola domani, della quale viene concessa un'anticipazione, a ribadire che il governo continuerà un "dialogo costruttivo e leale con Bruxelles" e a smentire "contrasti con Salvini e Di Maio". Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva intanto un monito sull’equilibrio di bilancio. La Borsa di Milano dopo un avvio di seduta in rialzo ha chiuso in forte calo (-1,69% per l'indice Ftse Mib a 18.485 punti). Lo spread tra Btp e Bund (COS'E') ha chiuso in rialzo a 321 punti base, rispetto ai 318 della chiusura di ieri, con il rendimento del decennale italiano al 3,60%. Nel corso della seduta il differenziale tra i titoli a 10 anni italiani e tedeschi ha raggiunto fino ai 324,6 punti base.

Tria: "La nostra strategia non è temeraria"

Nell'intervista in cui smentisce contrasti con Di Maio e Salvini e garantisce un dialogo con la Ue, il ministro Tria tuttavia difende le mosse del governo: "La nostra non è di sicuro una strategia espansiva temeraria che mette a rischio la tenuta dei conti pubblici. E nemmeno si basa su ipotesi avventate, ma su prospettive reali che saranno generate dalle misure contenute nella manovra. Puntiamo - dice - a una crescita di almeno l'1,5% l'anno prossimo e l'1,6 il successivo". Alla domanda sulla patrimoniale come alternativa alla flat tax sui redditi più alti, Tria è perentorio: "La patrimoniale è una misura distruttiva, in quanto scatena la fuga dei capitali liquidi e colpisce il patrimonio immobiliare facendone crollare il valore".

Salvini: "Dall'Ue attacco all'economia italiana"

Il giorno dopo la bocciatura Salvini è comunque tornato ad attaccare Bruxelles, fermo sulla propria linea di non dare spazio a trattative. Per il vicepremier quello della Commissione Ue è "un attacco pregiudiziale" e "un attacco all'economia italiana perché qualcuno vuole comprare le nostre aziende sottocosto", mentre "noi siamo qua per migliorare la vita degli italiani", afferma. Poi rincara: "Da Bruxelles possono anche mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia". E aggiunge: "Se insistono a tirare schiaffoni a caso mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani".

Dombrovskis: “Non vediamo alternative”

Dopo la bocciatura, il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha spiegato che “per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative”. Accanto a lui il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, che ha sottolineato che la decisione di Bruxelles "non significa che le nostre porte si chiudano", ma al contrario è un invito al "dialogo costruttivo".

Conte: “Non esiste nessun piano b”

Già prima della bocciatura, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva detto che "non esiste alcun piano b" oltre al testo già presentato. Stessa linea di Salvini, che dopo il no della Commissione ha parlato di “attacco al popolo” e ha detto: "Non cambia nulla, i signori della speculazione si rassegnino, indietro non si torna". La bocciatura era attesa, hanno sottolineato dal governo, perché la manovra va controcorrente puntando tutto sulla crescita per abbattere il debito. "Stiamo assistendo a un film già visto: da Bruxelles solo pregiudizi - hanno aggiunto fonti della Lega - rispondiamo ma non indietreggiamo".

Palazzo Chigi: “Il 2,4% non si tocca, i numeri non cambiano”

Sempre secondo fonti del Carroccio, “se la Commissione abbassasse la sua asticella, anche Roma potrebbe fare un passo avanti”, ma “se la richiesta resterà quella di una revisione radicale delle stime del Def, si andrà allo scontro". Fina a dove potrebbe quindi arrivare il governo per tranquillizzare mercati e Ue? Offrirà a Bruxelles verifiche trimestrali - "Anche mensili", dice Giorgetti - dei conti: se non saranno a posto si punterà a metterli in ordine con tagli di spesa (ma non alle misure “chiave” come reddito di cittadinanza e quota 100). Tuttavia da Palazzo Chigi spiegano che quando Conte parla di "trattare" non intende dire che si cambieranno i numeri della manovra: "Il 2,4% non si tocca, i numeri non cambiano perché siamo convinti delle nostre misure che stimolano la crescita".

Cosa succede ora

ll governo ha tempo fino al 13 novembre per inviare un nuovo documento programmatico di bilancio, su cui la Commissione si deve esprimere "quanto prima". Il rigetto totale del Dpb non era mai successo prima d'ora. Se invece, alla fine, il governo decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, si farebbe concreta la possibilità di un'apertura della procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. (TUTTE LE MISURE DELLA MANOVRA)

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