Pd, Calenda cancella la cena: "È inutile e dannosa"

Politica
L'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (Ansa)
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L’ex ministro su Twitter: "Lo spirito era quello di riprendere un dialogo. Ho provato a fare una cosa che ritenevo giusta". Zingaretti: "Con me in trattoria un operaio e uno studente". Da Boccia no a proposta Orfini di sciogliere il partito: "Non è Spa"

"Dopo 24 ore di polemiche interne e amenità varie, a partire dalla disfida delle cene, ho cancellato l'incontro. Lo spirito era quello di riprendere un dialogo tra persone che hanno lavorato insieme per il paese e aiutare il @pdnetwork . In questo contesto è inutile e dannoso". Lo scrive Carlo Calenda su Twitter. La decisione è maturata poche ore dopo che lo stesso Calenda aveva annunciato che Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Marco Minniti avevano accettato il suo invito a cena.  (LA STORIA DEL PD).

Calenda: "Ho provato a fare una cosa che ritenevo giusta"

"Errore mio. Ho provato a fare una cosa che ritenevo giusta in un contesto che l'ha letta in modo totalmente diverso", aggiunge Calenda rispondendo a un follower che sottolinea come cambiare idea in politica sia un "errore fatale". "Abbiamo ritenuto che a questo punto fosse la cosa più giusta da fare per evitare ulteriori fratture. Ripeto errore mio e di nessun altro. Eccesso di entusiasmo", conclude Calenda. 

La controproposta di Zingaretti: "Cena in trattoria con un operaio e uno studente"

Alla proposta della cena risponde quello che al momento è l'unico candidato ufficiale alle primarie del Pd, Nicola Zingaretti. La controproposta del governatore del Lazio è una cena "con un imprenditore, un operaio, uno studente, un professore, un volontario, un professionista". "Per un congresso diverso, aperto e partecipato, la prossima settimana - ha spiegato Zingaretti - ho organizzato in trattoria una cena con un imprenditore del Mezzogiorno di una piccola azienda, un operaio, un amministratore impegnato nella legalità, un membro di un'associazione in prima fila sulla solidarietà, un giovane professionista a capo di una azienda start up, una studentessa ed un professore di liceo".

Boccia: "Pd non è Spa, non si scioglie"

Intanto continua a creare polemiche la proposta di Matteo Orfini di sciogliere il Pd. Dopo la replica del segretario nazionale del Partito democratico Maurizio Martina che, escludendo questa opzione, aveva auspicato invece “un passo avanti per il futuro, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà", è intervenuto anche Francesco Boccia: "Non esiste che il Pd si sciolga e che a proporlo sia addirittura un gruppo dirigente scaduto, delegittimato e protagonista di questo fallimento”, attacca l’esponente del partito ai microfoni di Radio Radicale. "Siamo tutti responsabili di questa condizione e nessuno di noi può pensare di proporre una soluzione così. Non ne abbiamo il diritto per rispetto dei nostri elettori e della nostra storia - ha aggiunto - Pensare di sciogliere il partito e fondarne un altro, avendo fatto questo disastro, è semplicemente folle. Il Pd non ha proprietari, non è una Spa".

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