Fondi Lega, ecco le possibili mosse del Carroccio contro il sequestro
PoliticaDopo che il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dalla procura di Genova, il partito del vicepremier Matteo Salvini appare intenzionato a ricorrere alla Corte di Cassazione e a quella di Strasburgo. Tra le ipotesi anche quella di un nuovo partito
La Lega presenterà ricorso ed è intenzionata ad arrivare fino alla Corte di Cassazione e alla Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo per far sentire le sue ragioni. Sembra delineata la linea difensiva del Carroccio dopo che il tribunale del riesame ha accolto il ricorso presentato dalla procura di Genova confermando il sequestro dei fondi del partito in relazione alla truffa ai danni dello Stato. Una somma stimata in 49 milioni di euro, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, e per cui sono stati condannati in primo grado Umberto Bossi, l'ex tesoriere Francesco Belsito e tre ex revisori dei conti.
L’exit strategy della Lega
Dopo la sentenza, tutto lo stato maggiore della Lega è in allarme ed è al vaglio l'exit strategy per sfuggire al sequestro dei 49 milioni. L'idea, riferiscono fonti parlamentari del Carroccio, è far sì che la Lega si trasformi in semplice associazione: il marchio Lega non cambierebbe, ma di fatto la direzione è quella di un nuovo partito. L’intenzione sarebbe quella di seguire l’esempio del Sud e con la denominazione dei gruppi parlamentari, e dunque di proseguire poi con “La Lega per Salvini premier”. Ogni regione a quel punto avrà la sua Lega, con una holding che poi controllerà tutto. Il progetto però non sarebbe ancora definito e le stesse fonti riferiscono che Salvini non avrebbe ancora dato l'ok definitivo.
Timore per la stabilità del governo Lega-M5s
Intanto tra i big del Carroccio si teme che possano esserci ulteriori fibrillazioni con l'ala dura del Movimento 5 stelle, che Luigi Di Maio possa non tenere il suo gruppo compatto e che i pentastellati che fanno riferimento al presidente della Camera Roberto Fico possano rialzare la voce e spingere a una rottura nel governo. Tuttavia, l'asse con Di Maio appare al momento saldo. "La sentenza - ha sottolineato il ministro dello Sviluppo e del Lavoro - fornisce ai magistrati tutti gli strumenti per reperire i soldi. Il tema è se ci siano oppure no. La vicenda riguarda il periodo antecedente alla gestione Salvini, quindi si va avanti".