Razzismo, Fontana: "Abroghiamo legge Mancino". No di Conte e Di Maio

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Il ministro per la Famiglia propone l’abolizione della normativa che punisce la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico. Salvini: "D'accordo". Di Maio: "Deve restare com'è". Il premier: mai in discussione

E' gelo nel governo sull'abrogazione della legge Mancino sui reati di opinione (CHE COSA PREVEDE). E' il ministro della Famiglia,Lorenzo Fontana, a rilanciare una vecchia battaglia della Lega e 'chiodo fisso' di Matteo Salvini, a sostegno della quale il partito di via Bellerio raccolse anche le firme, nella primavera del 2014. "Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano", scrive il ministro, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. "I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato", aggiunge, bocciando la tesi secondo cui in Italia vi sarebbe un'emergenza razzista.

Stop di Conte e Di Maio

A Fontana fa subito sponda il ministro dell'Interno. "Alle idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette", dice Salvini. Salvo poi precisare che le "priorità della Lega e del governo sono lavoro, tasse, giustizia e sicurezza", mentre "evitare di processare le idee nel nome della libertà di pensiero è una battaglia giusta ma certo non una priorità". Parere decisamene contrario quello espresso dal vicepremier e leader del M5s Di Maio: la legge "deve rimanere dov'è, le pensioni d'oro invece devono scomparire alla velocità della luce", scrive su Facebook. E ricorda che la discussione del provvedimento "non è nel contratto di governo".

 

A Di Maio ha fatto eco il premier, Giuseppe Conte, ricordando che "l'abrogazione della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del governo. Personalmente credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In questo momento - ha aggiunto Conte - il governo deve lavorare e impegnarsi su molti fronti caldi: rilancio dell'occupazione, riforme strutturali che consentano la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Concentriamo su questi obiettivi il nostro impegno". Subito dopo le dichiarazioni di Fontana la sinistra era insorta, con il Pd che aveva parlato di "governo 'nero'", accusato i leghisti di "fascismo" e Liberi e uguali che aveva chiesto un passo indietro di Fontana.

"Il razzismo è l’arma ideologica dei globalisti"

"I fatti degli ultimi giorni - scrive il ministro Lorenzo Fontana su Facebook riferendosi ai diversi episodi di intolleranza razziale accaduti nelle ultime settimane - rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l'arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l'intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico". "Una sottile e pericolosa arma ideologica - continua - studiata per orientare le opinioni. Tutte le prime pagine dei giornali, montando il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n'era neanche l'ombra".

"Il razzismo è quello usato contro gli italiani"

Secondo il ministro Fontana, "se c'è quindi un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani. La ragione? Un popolo che non la pensa tutto alla stessa maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile".

Mancino: emergenza razzismo c'è , mia legge giusta

"Una emergenza di tipo sociale, legata a forme di razzismo strisciante e ad una certa recrudescenza di idee suprematiste, esiste ancora, ed eventuali reati commessi con tali assurde motivazioni vanno sanzionati adeguatamente". Così l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino difende la sua legge. E rileva "con soddisfazione che il governo concorda sulla necessità di mantenere in vigore gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa", fra cui anche la sua legge. 

Cos'è la Legge Mancino

Quella che il ministro Fontana intende abrogare è una legge approvata nel 1993 che punisce la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, e l’esaltazione di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. La pena prevista è la reclusione fino a tre anni per la propaganda o per chi "incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". Mentre è da sei mesi a quattro anni per chi "incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".

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