Ilva, sindaco Taranto diserta tavolo Mise. Di Maio: non è club privato

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Il ministro Di Maio e il sindaco di Taranto Melucci

Melucci, seguito da altri primi cittadini dell’area e dal presidente della Provincia, annuncia la sua assenza al vertice di domani: accusa il ministro di aver “convocato una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra cui quelle delle aggressioni in Prefettura”

Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha annunciato che non sarà presente al vertice di domani sull'Ilva, convocato dal ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio. Dopo il suo forfait, hanno annunciato la propria assenza anche altri sindaci dell'area "di crisi" di Taranto e il presidente della Provincia Martino Tamburrano. Melucci ha spiegato il suo passo indietro in una nota, in cui parla di "dilettantismo spaccone che il ministro Di Maio ci spaccerà per trasparenza e democrazia, ma è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio". La risposta di Di Maio è arrivata con un post su Facebook: "Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori, chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze".

"Sigle pseudo associative responsabili di aggressioni"

Melucci ha raccontato di aver deciso di disertare il tavolo al Mise quando ha saputo che Di Maio ha convocato "una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra cui quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell'ultimo tragico incidente nello stabilimento, sigle dunque spesso inclini al dileggio delle Istituzioni, sigle che hanno parte della responsabilità di aver lacerato la comunità ionica in questi anni". Il ministro Di Maio, ha sottolineato Melucci, ha "perciò scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo". "Il Comune di Taranto”, ha concluso poi il primo cittadino, “non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L'azienda e i Commissari sanno dove trovare il sindaco quando la legge della Repubblica italiana prevedrà il suo coinvolgimento".

Di Maio: "Il tavolo non è club privato"

La replica di Di Maio non si è fatta attendere. "Il tavolo sull’Ilva di domani è stato convocato perché Arcelor Mittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti, incluse le associazioni e i comitati che in questi anni hanno svolto un ruolo essenziale. Ed è per questo che li ho invitati. Il tavolo non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che propongono", ha scritto il ministro sui social.

Assenti anche altri sindaci della zona e presidente Provincia

Dopo Melucci, comunque, anche gli altri sindaci della zona e il presidente della Provincia di Taranto hanno annunciato che non parteciperanno al vertice. Gli amministratori tarantini ieri pomeriggio avevano confermato la loro presenza al Mise, pur evidenziando in una nota "talune perplessità sul metodo utilizzato e l'arretramento rispetto all'importanza delle specificità tarantine della vicenda". I rappresentanti del territorio Tarantino che non andranno a Roma, domani terranno una conferenza stampa alle 10 al Municipio di Taranto. Dell'area "di crisi" fanno parte i sindaci di Taranto, Rinaldo Melucci; di Massafra, Fabrizio Quarto; di Statte, Francesco Andrioli; e di Montemesola, Vito Punzi.

ArcelorMittal: "Decisione inattesa"

La decisione di Di Maio di allargare il tavolo sull’Ilva a 62 delegazioni, in realtà, ha sorpreso anche i vertici di ArcelorMittal. Secondo quanto riferisce l’agenza di stampa Adnkronos, in una lettera la società parla di decisione “del tutto inattesa”. "In merito alla comunicazione con cui ieri il Ministero ha allargato ad un ampio numero di soggetti privati il tavolo istituzionale convocato per lunedì, teniamo a precisare che la nostra società non era stata messa previamente al corrente di tale decisione", scrive ArcelorMittal. "Siamo aperti al dialogo con tutti i portatori d'interesse e che questo avvenga nel rispetto delle istituzioni in un percorso condiviso, consono e costruttivo", prosegue la multinazionale dell'acciaio che auspica per questo “la partecipazione anche del ministero dell'Ambiente e i tecnici del governo che hanno lavorato alla loro controproposta”.

I nodi da sciogliere: occupazione e ambiente

Oltre a ArcelorMittal, da oltre un anno vincitrice della gara per l’Ilva, e ai sindacati, al Mise erano stati convocati anche i sindaci delle città coinvolte, i governatori di tre Regioni, la Confindustria di Taranto e quella di Genova, l'Autorità portuale ligure, il prefetto di Taranto. Tema dell’incontro, che includerà interlocutori istituzionali e sociali, saranno gli impegni in materia ambientale e occupazionale di Mittal per l’Ilva. Il ministro Di Maio non ritiene adeguato il piano concordato da Mittal con il governo precedente e, in particolare, chiede che il numero degli assunti superi i 10mila garantiti dalla multinazionale. Aspettative più alte anche sul piano ambientale, per cui Mittal ha già presentato nei giorni scorsi delle proposte nuove. Nel frattempo però, il ministro Di Maio ha da poco aperto un procedimento amministrativo che dovrà verificare se la gara di aggiudicazione dell’Ilva debba essere annullata a causa di alcune criticità.

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