Dl dignità, Berlusconi: Salvini lo blocchi. Lui: non blocco nulla

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Foto: Archivio Ansa

Botta e risposta tra il leader di Fi e il ministro dell’Interno sul provvedimento voluto dal governo: "Io spero ancora che la Lega ci aiuti", ha detto il Cavaliere. "Lavoriamo per migliorare", ha risposto il vicepremier respingendo l’appello. Rosato: "Dal Pd apertura"

Acceso botta e risposta tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sul Dl dignità (COSA PREVEDE). "Io spero ancora che la Lega ci aiuti, anzi rivolgiamo un accorato appello a Salvini per bloccare queste norme, in nome delle aziende, dei produttori, dei lavoratori, degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori, che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono ogni giorno", ha detto il leader di Fi durante l’assemblea degli esponenti del partito. Un appello che però non è stato accolto dal vicepremier Salvini: "Io non blocco nulla, lavoriamo per migliorare. Noi lavoriamo per aggiungere, arricchire, migliorare. Il nostro non è il governo del blocco, ma quello del cambiamento", ha risposto il ministro dell’Interno all’alleato di centrodestra alle ultime elezioni.

Berlusconi: Dl scritto da chi non sa nulla del mercato lavoro

Durante il suo intervento, Berlusconi ha poi aggiunto: "In questi giorni assistiamo ad un balletto di cifre sul cosiddetto decreto dignità. Un provvedimento scritto da chi evidentemente non sa nulla del mercato del lavoro che è destinato a distruggere dei posti di lavoro. Il risultato di queste politiche – prosegue il leader di Fi - sarà quello di allontanare le imprese dall'Italia di scoraggiare chi vuole investire di spaventare chi vuole creare lavoro. Non sanno cos'è la politica industriale: Ilva, Alitalia, infrastrutture. Gli investitori stranieri - ha affermato Berlusconi - fuggirebbero, ci sarebbero conseguenze drammatiche per il Mezzogiorno, per l'occupazione e per l'intero Paese, che uscirebbe sostanzialmente da un settore strategico come l'acciaio. L'Italia oggi è ancora il secondo Paese manifatturiero d'Europa. Davvero vogliamo rinunciare a questo primato, magari a favore della Francia, che a differenza di noi fa di tutto per attrarre e non per far fuggire le imprese? L'Italia non può permettersi questo, tantomeno se lo può permettere il Mezzogiorno", ha concluso.

Rosato: da parte nostra apertura di credito alla maggioranza

Sul Dl dignità si è espresso oggi, 26 luglio, anche Michele Rosato, esponente del Partito Democratico: "L'opposizione ha fatto un'apertura di credito alla maggioranza contingentando i propri emendamenti al decreto dignità, al contrario di quello che faceva sempre M5S. Ma se alla disponibilità del Pd la risposta è l'arroganza di Di Maio - aggiunge Rosato - vuol dire che ne dovremo prendere atto. Senza aperture sul merito, che è il nostro obiettivo per evitare di perdere 8000 posti l'anno, è evidente che i presupposti del contingentamento vengono a cadere", sottolinea.

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