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Reddito di cittadinanza, stop da Tria. Slitta il decreto dignità

Politica
Giovanni Tria (Ansa)

L'ostacolo resta quello delle coperture. Ma Di Maio assicura: si dovrebbe chiudere "la settimana prossima". La misura cavallo di battaglia del M5s, però, non convincerebbe il ministro dell'Economia. Approvata la proroga per fatturazione elettronica dei benzinai

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Il decreto dignità slitta. Il testo è pronto ma l’ostacolo resta quello delle coperture, in particolare per il pacchetto fiscale. Ma, ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio, è una questione di pochi giorni, e si dovrebbe chiudere "la settimana prossima, al massimo lunedì o martedì". Il nodo delle risorse riguarda anche il reddito di cittadinanza (COS'È), cavallo di battaglia del M5s in campagna elettorale. Lo stop, secondo le indiscrezioni, sarebbe arrivato dal ministro all’Economia Giovanni Tria, con la scelta che sarebbe stata condivisa anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Secondo Repubblica, inoltre, il governo avrebbe già avviato la trattativa con Bruxelles per chiedere una flessibilità fino allo 0,5% del pil e penserebbe a una legge di Stabilità che si fermi a 18 miliardi.

L'ostacolo delle risorse

Quello delle risorse resta l'ostacolo principale, visto che non è così scontato che si possa pescare anche dal Fondo Sociale europeo. Questo serbatoio - si parla di 3,4 miliardi cofinanziati e ancora inutilizzati - potrebbe essere sfruttato non tanto per la misura vera e propria, non assistenziale e che non lascerà chi percepisce il sussidio "sul divano" come ha insistito a precisare Di Maio, ma per riformare e rafforzare i centri per l'impiego. Le risorse necessarie per questo primo step sono state individuate dallo stesso Movimento in 2 miliardi, mentre altri 15 ne servirebbero, a regime, per il reddito di cittadinanza. Difficile trovare "un punto di Pil", dice l'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ricordando che così come concepito sarebbe comunque il sussidio "più generoso d'Europa".

Proroga per la fatturazione elettronica dei benzinai

Per il momento, quindi, il governo si è limitato ad approvare l’annunciata proroga per la fatturazione elettronica per i benzinai, ma con un provvedimento a sé, utile a scongiurare le proteste dei benzinai che altrimenti da domenica avrebbero avuto l'obbligo di rifornire le partite Iva rilasciando la fattura elettronica. La categoria era stata scelta per sperimentare la misura che in ogni caso diventerà obbligatoria anche tra privati a partire dal 2019. Per altri 6 mesi ci sarà quindi un 'doppio binario' e resterà in vita anche la vecchia carta carburante, a patto però che i pagamenti dei carburanti avvengano con metodi tracciabili. La proroga varrà comunque per i soli impianti di rifornimento su strada e non riguarderà, così come auspicato dall'Unione petrolifera, tutta la filiera.