Elezioni Comunali Teramo 2018: corsa a sette per la carica di sindaco

Politica
Uno scorcio di Piazza Ercole Vincenzo Orsini, sede del Comune di Teramo (Google Maps)
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Il 10 giugno si vota anche nella città abruzzese, commissariata dallo scorso dicembre dopo la sfiducia a Maurizio Brucchi. Nel centrodestra, sei liste appoggiano Giandonato Morra, mentre il Pd sceglie Gianguido D’Alberto. Per il M5s si presenta Cristiano Rocchetti

Tra i 20 capoluoghi di provincia che il 10 giugno scelgono il nuovo sindaco, in questa tornata di amministrative 2018 c’è anche Teramo (AFFLUENZA E RISULTATI - AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE). L’elezione del nuovo primo cittadino arriva dopo sei mesi di commissariamento in seguito alla sfiducia incassata da Maurizio Brucchi (centrodestra). Sono 46.988 gli elettori del Comune suddivisi in 80 sezioni. I seggi sono aperti dalle 7 alle 23, mentre lo spoglio delle schede inizia subito dopo la chiusura delle votazioni.

Chi sono i candidati

Sono sette i candidati alla fascia tricolore di Teramo, per un totale di 17 liste. A presentarsi per il centrodestra, che amministra il Comune dal 2004, c’è Giandonato Morra. Avvocato ed ex assessore regionale ai Trasporti della giunta di Giovanni Chiodi, è appoggiato da sei liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Popolo della Famiglia e le civiche “Futuro In” e “Oltre”. Nel suo programma, anche la ricostruzione della macchina amministrativa e l’attenzione verso le fasce deboli della popolazione. Sempre per il centrodestra, ma appoggiato dalle liste “Al centro per Teramo” e “Azione Politica”, c’è Mauro Di Dalmazio, avvocato 48enne ed ex assessore comunale ai tempi del sindaco Gianni Chiodi. Nel suo programma si parla di impegno per lo sviluppo del territorio e defiscalizzazione. Per il centrosinistra, invece, il Pd punta su Gianguido D’Alberto, 41enne laureato in giurisprudenza ed ex capogruppo Pd al consiglio comunale di Teramo. D’Alberto è sostenuto anche dalle liste “Teramo 3.0”, “Teramo Vive” e “Insieme Possiamo” e nel suo programma punta sul risanamento finanziario delle casse comunali e il riequilibrio fiscale. Tra i candidati c’è anche Giovanni Cavallari, ex Pd appoggiato dalla lista “Bella Teramo”. Nel programma di Cavallari si parla di trasparenza, controllo sulla spesa, regolarità e correttezza delle procedure nei bandi di gara, nelle convenzioni e nell’esecuzione dei lavori pubblici. Per quanto riguarda il M5s, il candidato è Cristiano Rocchetti. Nato in Svizzera (nel 1965) ma cresciuto a Teramo, presenta un programma basato su imparzialità, efficienza, trasparenza e razionalizzazione. Tra gli altri candidati c’è anche Alberto Covelli, appoggiato dalle liste “Popolari con Teramo” e “Abruzzo insieme”. Ex arbitro ed esperto di giustizia sportiva, il 40enne ha presentato un programma che prevede una nuova rigenerazione del tessuto urbano e sociale. Infine, l’unica donna, Paola Cardelli. È sostenuta dalla lista “Sinistra per Teramo” e presenta un programma che si basa - fra gli altri punti - su trasparenza e riqualificazione del patrimonio pubblico.

Perché si vota a Teramo il 10 giugno

La città di Teramo è commissariata dal dicembre del 2017, dopo le dimissioni presentate da 18 consiglieri su 32 del Comune in vista dell’approvazione del bilancio. Per questa ragione, il sindaco Maurizio Brucchi ha contestualmente lasciato la poltrona di primo cittadino. Il Prefetto di Teramo Graziella Patrizi ha così sospeso il Consiglio comunale nominando commissario prefettizio Luigi Pizzi che è rimasto in carica per sette mesi. Brucchi, di centrodestra, era sindaco dal 2009.

Come si vota a Teramo

Teramo è un Comune con più di 15mila abitanti, quindi si vota con un sistema maggioritario a doppio turno: se al primo turno nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta (50% + 1 dei voti), si procederà al ballottaggio due settimane dopo, il 24 giugno, tra i due candidati più votati.

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