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Governo Conte: i rapporti di forza tra Lega e M5s

Politica

Jana Gagliardi

Il nuovo esecutivo guidato dal docente  vedrà per la prima volta 9 pentastellati alla guida di dicasteri e 6 leghisti come nuovi ministri. Nella compagine governativa entrano direttamente anche Luigi Di Maio e Matteo Salvini. AGGIORNAMENTI LIVE

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I nomi che compongono la squadra di governo raccontano qualcosa del diverso peso che i grandi temi hanno per Lega e 5 stelle e anche qualcosa dei rapporti di forza fra i due partiti che formano la maggioranza.

Il peso della Lega nel nuovo governo

Per esempio, è vero che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato scelto da Luigi di Maio e definito un grande amico dei 5 stelle, ma due ministri chiave come quello dell'economia - che va a Giovanni Tria, indicato come sembra dallo stesso Savona -  e quello dei rapporti con l'unione europea che va appounto a Paolo Savona, sono di diretta derivazione dalla volontà leghista. E il braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti, diventa Sottosegretario alla presidenza del consiglio come a suo tempo fu Gianni letta per Berlusconi. Sarà lui a tenere la "rotta" del consiglio dei ministri, riunione dopo riunione.

I ruoli di Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Il capo politico dei 5 stelle ha scelto per sè, accorpandoli, due dicasteri fondamentali come quello per lo Sviluppo economico e quello per il Lavoro: da lì potrà operare per il reddito di cittadinanza e per le modifiche alla legge Fornero. Il leader della Lega va agli Interni, ministero cruciale per immigrazione e sicurezza. Come a dire: i due leader si sono spartiti i compiti principali del contratto di governo.

Gli altri ministeri

Il partito di Salvini guadagna anche: gli Affari regionali a cui va Erika Stefani, l'Agricoltura con Gianmarco Centinaio, la Pubblica amministrazione con Giulia Bongiorno, e l'Istruzione a cui va Marco Bussetti: con l'obiettivo dichiarato di cambiare la buona scuola renziana. E però i 5 stelle hanno ministeri di grande peso come la Giiustizia (Alfonso Bonafede), la Difesa (Elisabetta Trenta), la Salute (Giulia Grillo), le Infrastrutture, che trattano questioni come la Tav a cui i pentastellati non sono mai stati favorevoli, e dove andrà Danilo Toninelli. Ai 5 stelle anche i Beni culturali e il Turismo, due cardini del made in italy, con Alberto Bonisoli, e infine il dicastero dei Rapporti col parlamento che diventa anche della democrazia diretta, con Riccardo Fraccaro. All'ambiente ci va uno dei nomi che Di Maio aveva indicato già prima delle elezioni in quanto impegnato in prima linea nel caso della cosiddetta terra dei fuochi in Campania: il generale Sergio Costa. Ci sono poi i nuovi ministeri: per il Sud, a cui va Barbara Lezzi sempre dei 5 stelle, e per i Disabili e la Famiglia, che verrà gestito dal leghista Lorenzo Fontana. L'outsider Enzo Moavero Milanesi che va agli Esteri e che ha fatto parte dei governi Letta e Monti è un nome molto probabilmente condiviso con il Quirinale e quindi non riferibile a nessuno dei due partiti. Facendo un conto di massima quindi i 5 stelle hanno la Presidenza del consiglio e 9 ministeri, la Lega ha 6 ministeri più i due dell'economia e degli affari europei in quota.