Elezioni Comunali Trapani 2018, in cinque per il dopo commissariamento
PoliticaLa città alle urne un anno dopo il ballottaggio fallito per non aver raggiunto il quorum dei votanti necessario per eleggere Savona (Pd), unico candidato rimasto in corsa dopo il ritiro di Fazio. Simbolo dem assente dalle schede. LIVEBLOG - I RISULTATI IN TEMPO REALE
Il 10 giugno la città di Trapani torna alle urne un anno dopo il caos delle amministrative 2017. Il Comune è retto dal commissario Francesco Messineo, ex procuratore di Palermo, dal 30 giugno 2017. Lo scorso anno al ballottaggio non si raggiunse il quorum dei votanti - previsto dalle norme regionali - per eleggere il candidato del Pd Piero Savona, unico candidato rimasto in corsa dopo il ritiro di Girolamo Fazio (ex Forza Italia). Gli aventi diritto al voto sono 60.352 e le sezioni elettorali sono 70.
Chi sono i candidati
A Trapani per la nuova tornata elettorale hanno presentato la propria candidatura in cinque. Il candidato del centrosinistra è Giacomo Tranchida, ex sindaco di Erice. A sostenerlo però, riporta La Sicilia, anche molte personalità politiche vicine all’ex Fi Fazio. Tranchida è appoggiato da sette liste civiche trasversali che vanno dal Pd (che però non presenta il proprio simbolo) a pezzi di “Diventerà bellissima”, il movimento autonomista di cui è presidente il governatore della regione Sicilia Nello Musumeci. Forza Italia ha ufficializzato l’appoggio al candidato Vito Galluffo, di estrazione socialista, tra i più noti avvocati penalisti del territorio, sostenuto anche lui da liste civiche bipartisan (Trapani riparte e Idea Sicilia – popolari e autonomisti). Il candidato del Movimento 5 Stelle è l’architetto 49enne Giuseppe Mazzonello. Concorrono per il posto di sindaco anche Lega, con l'imprenditore agricolo Bartolo Giglio e Peppe Bologna (liste civiche), ex editore dell’emittente locale Telescirocco appoggiato da liste civiche.
I programmi
Giacomo Tranchida si presenta con un programma articolato in due fasi: una prima “tecnica” dedicata alle emergenze e alle urgenze, seguita da una seconda definita “politica, per puntare allo sviluppo di Trapani”. Punta alla semplicità il programma di Vito Galluffo, che individua nell’aeroporto di Birgi “un elemento strategico per il rilancio socio-economico della città di Trapani”. Per il candidato del M5s, Mazzonello, priorità a verde e mobilità urbana, con il progetto del “tram treno” che consiste nell’”utilizzare la linea ferroviaria come una linea tranviaria di superficie che colleghi la stazione con le contrade e con gli aeroporti di Trapani-Birgi e poi di Punta Raisi”. Il candidato leghista Bartolo Giglio rivendica per la propria lista la rappresentanza della “vera destra” e presenta un programma per affrontare “di petto emergenze come sprechi, rifiuti e sbarchi di migranti”. Si basa su 12 pilastri invece il programma di Giuseppe Bologna, che individua tra le priorità la riqualificazione del patrimonio cittadino e propone il progetto “Grande città” per creare un unico comune che abbracci Trapani, Erice, Valderice e Paceco.
Il caos delle comunali 2017
Nel primo turno delle comunali 2017, Fazio era stato il primo dei candidati con il 31,79% dei voti. Ma, probabilmente a causa delle vicende giudiziarie che lo vedevano indagato per corruzione e traffico di influenze nell’inchiesta "Mare Monstrum", aveva annunciato che anche se fosse stato eletto avrebbe rinunciato alla carica e aveva quindi invitato i cittadini a non votarlo. In ogni caso, pochi giorni dopo, era stato automaticamente escluso dalla corsa per non aver presentato la lista degli assessori. Il candidato del Pd Piero Savona era quindi rimasto l’unico in corsa. La legge regionale siciliana prevede che per i capoluoghi di provincia, affinché il ballottaggio sia ritenuto valido, siano raggiunti due quorum: quello della partecipazione (che deve essere pari o superiore al 50% degli aventi diritto) e quello del candidato che deve ricevere almeno il 25% dei consensi. Al ballottaggio l’affluenza si è fermata al 26,75%. Trapani è stata quindi commissariata e “affidata” a Francesco Messineo, in attesa di un nuovo voto nel 2018.
La legge elettorale
L’elezione del sindaco è diretta, a suffragio universale e con il sistema proporzionale. Dopo la riforma della legge elettorale per i Comuni dell’agosto 2016, per essere eletto sindaco al primo turno, un candidato non dovrà più raggiungere la maggioranza assoluta dei voti, ma gli basterà prenderne il 40%. Poiché Trapani è un Comune con più di 15mila abitanti, se nessun candidato dovesse ottenere al primo turno il 40% allora si procederà a un ballottaggio tra i due candidati più votati. Per garantire la governabilità, alle liste collegate al candidato sindaco risultato vincitore verrà attribuito il 60% dei seggi. I restanti posti nel Consiglio verranno poi assegnati alle altre liste in modo proporzionale. Alla divisione dei seggi, si andranno a eleggere a Trapani in totale - secondo quanto prevede la legge elettorale regionale - 24 consiglieri escluso il sindaco, saranno ammesse le liste e i gruppi di liste di candidati che avranno superato la soglia di sbarramento del 3% dei voti validi. A differenza delle ultime elezioni politiche, alle amministrative è possibile esprimersi con un voto disgiunto.