Elezioni Comunali Catania 2018, il centrosinistra cerca la riconferma

Politica
Palazzo degli Elefanti, sede del comune di Catania (foto Ansa)

Enzo Bianco prova a ottenere il secondo mandato consecutivo a Palazzo degli Elefanti, ma il Pd non si presenta con il proprio simbolo. Il centrodestra unito candida Salvo Pogliese. Il M5s tramite il voto interno ha scelto il professore Giovanni Grasso

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Il 10 giugno Catania torna alle urne, nella tornata di elezioni amministrative che interessa 772 comuni italiani . Gli aventi diritto al voto sono 266.598 e la votazione si svolgerà in 336 sezioni elettorali. L’eventuale ballottaggio si terrà due settimane dopo il primo turno, il 24 giugno.

Chi sono i candidati

Dpo i cinque anni di mandato da sindaco, cerca la riconferma l’ex ministro dell’Interno ed esponente Pd Enzo Bianco. Bianco, alla quinta candidatura a Catania, proverà a sconfiggere nuovamente il centrodestra dopo che nel 2013 ottenne al primo turno il 50,62% delle preferenze, diventando così sindaco. Bianco è una figura molto legata a Catania: è stato sindaco della città per un breve mandato tra il 1988 e il 1989 e poi di nuovo tra il 1993 e il 2000. Tra il 1999 e il 2001 si spostò a Roma per ricoprire la carica di ministro dell’Interno nei governi D’Alema II e Amato II. A sostenere Bianco ci sono però soltanto liste civiche: il Pd, di cui Bianco fa parte fin dalla sua fondazione, ha deciso di non presentarsi con una propria lista e il simbolo non compare sulle schede elettorali.

Sul fronte opposto il centrodestra si presenta unito con la candidatura di Salvo Pogliese. Europarlamentare, classe 1972, eletto a Bruxelles tra le fila di Forza Italia, ma con un passato in Alleanza nazionale. Per tre mandati consecutivi è stato consigliere regionale in Sicilia. Lo sosterrà tutto il centrodestra unito. Sarà invece Giovanni Grasso, professore in un liceo musicale, il candidato del Movimento 5 stelle. Vincitore dei meetup locali, Grasso ha un passato come collaboratore della campagna elettorale di Rita Borsellino alle Regionali del 2006. Infine ci sono due candidati sostenuti da liste civiche: Emiliano Abramo e Riccardo Pellegrino. Il primo, 37 anni, è sostenuto dalla lista “È Catania” ed è presidente regionale della Comunità di Sant’Egidio. Il secondo, già consigliere comunale con Forza Italia, che gli ha preferito Pogliese, è sostenuto dalla lista civica “Un cuore per Catania”. Pellegrino ha deciso di non tirarsi indietro e di confermare la propria candidatura nonostante un’inchiesta che lo vede indagato per presunto voto di scambio alle ultime elezioni regionali in Sicilia.

I programmi

Per provare a riconquistare Palazzo degli Elefanti, Bianco punta sulla continuazione del progetto di Catania 10+, il programma con cui ha vinto nel 2013, con turismo e periferie tra le priorità insieme allo sviluppo di Catania come città metropolitana. Il candidato del centrodestra Pogliese si affida a un programma partecipativo, redatto con la collaborazione di professionisti ed esperti e l’apporto dei cittadini. Per Pogliese il Ponte sullo Stretto resta “imprescindibile”. Si articola in 10 punti anche il programma del pentastellato Giovanni Grasso, improntato su turismo e cultura come primo strumento di sviluppo per la città. Decisamente improntato su trasparenza e legalità il programma di Emiliano Abramo, con un occhio alle periferie e al patrimonio costituito dal mare e dalla presenza del porto. Essenziale e sintetico il programma di Riccardo Pellegrino: molta attenzione al sociale (agevolazioni, buoni pasto, alloggi), abbattimento delle imposte comunali e sviluppo dell’area marina e del porto tra le priorità.

La legge elettorale

L’elezione del sindaco è diretta, a suffragio universale, ed effettuata con il sistema proporzionale. La legge elettorale siciliana per i Comuni è stata riformata nell’agosto 2016. A Catania si applica dunque la principale novità della riforma, che prevede che nelle città con più di 15mila abitanti sia sufficiente ottenere il 40% dei voti per essere eletto sindaco al primo turno, e non la maggioranza assoluta dei voti. Se nessun candidato dovesse ottenere al primo turno il 40% allora si andrà a un ballottaggio tra i due candidati più votati. È previsto un premio di maggioranza per le liste collegate al candidato sindaco vincitore, a cui verrà attribuito il 60% dei seggi. I restanti posti nel Consiglio verranno poi assegnati alle altre liste in modo proporzionale. Escluso il sindaco, verranno rinnovati i 36 seggi spettanti ai consiglieri: saranno ammesse le liste e i gruppi di liste di candidati che avranno superato la soglia di sbarramento del 3% dei voti validi.

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