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Mattarella: "Farcela senza l’Europa è illusione o inganno"

Politica
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a Fiesole alla conferenza "The state of the Union" (Ansa)

Il capo dello Stato ha parlato alla conferenza "The state of the Union" e ha sottolineato l’importanza dell’Ue: “Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese singolarmente”

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"Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell'Ue, preso singolarmente". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Fiesole alla conferenza "The state of the Union", ha richiamato l’esigenza di considerare la dimensione comunitaria come la sola possibile per il futuro. “Pensare di farcela da soli è pura illusione o, peggio, inganno consapevole delle opinioni pubbliche. Numerosi concittadini europei - ha aggiunto il presidente - hanno smesso di pensare che l'Europa possa risolvere i loro problemi. Vedono sempre meno nelle istituzioni di Bruxelles un interlocutore vantaggioso, rifugiandosi in un orizzonte puramente domestico, nutrito di una illusione: pensare che i fenomeni globali che più colpiscono possano essere affrontati a livello nazionale”. Per Mattarella, dunque, bisogna riscoprire l'Europa "sottraendoci all'egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l'impraticabilità all'Unione".

Mattarella: “Mai come oggi urge unire”

Mattarella ha evidenziato "il necessario ruolo di equilibrio svolto da un concerto di 27 Paesi" e ha lanciato un monito: "Mai come oggi appare urgente unire”, specialmente di fronte alla sfiducia verso le istituzioni europee: “La operosa solidarietà degli esordi sembra essersi trasformata in una stagnante indifferenza, in una sfiducia diffusasi, pervasivamente, a tutti i livelli, portando opinioni pubbliche, governi, istituzioni comuni, a diffidare, in misura crescente, l'uno dell'altro". "Non possiamo ignorare questo stato di fatto", ha aggiunto, parlando della convinzione "diffusa fra i cittadini europei che il progetto comune abbia perso la sua capacità di poter realmente venire incontro alle aspettative crescenti di larghi strati della popolazione, e che non riesca più ad assicurare adeguatamente protezione, sicurezza, lavoro, crescita per i singoli e le comunità. Con una contraddizione singolare, che vede gonfiarsi, simultaneamente, le attese dei cittadini e lo scetticismo circa la capacità dell'Europa di corrispondervi”.

“No a formule ottocentesche”

Mattarella ha poi difeso l’Euro e il suo ruolo: “Abbiamo una moneta capace di costituire un punto di riferimento concreto sul piano internazionale, un ruolo che nessuna moneta nazionale potrebbe svolgere”. Per il capo dello Stato, inoltre, le difficoltà del momento non devono portare ad un arretramento: “Più sicuri che nel dopoguerra, più liberi che nel dopoguerra, più benestanti che nel dopoguerra, rischiamo di apparire oggi privi di determinazione rispetto alle sfide che dobbiamo affrontare. E qualcuno, di fronte a un cammino che è divenuto gravoso, cede alla tentazione di cercare in formule ottocentesche la soluzione ai problemi degli anni 2000”, ha affermato Mattarella.

La necessità di allargare l’Ue ai Balcani

Il presidente della Repubblica si è detto favorevole a un ampliamento dell’Ue per "allargare l'area di stabilità e di condivisione dei nostri principi mentre, invece, spesso stiamo procedendo con passo esitante nei confronti dell'allargamento ai Balcani occidentali, laddove la prospettiva europea appare l'unica in grado di scongiurare tanto pericolosi ritorni al passato quanto la creazione di sfere di influenza esterne, fonte di instabilità per tutta l'Unione, perché basate su impianti valoriali radicalmente diversi dal nostro. Auspico che sia a Bruxelles sia nei Paesi dell'area possano essere assunte decisioni coraggiose e lungimiranti”. Ma per Mattarella quello dell’allargamento dell’Unione non è l’unico argomento sul tavolo della discussione: “All'interno dell'Unione, dossier centrali attendono ormai da tempo di essere affrontati con risolutezza, primi fra tutti la riforma del sistema di Dublino e l'Unione bancaria. Si tratta di questioni chiave per il nostro futuro, ma che non troveranno soluzione soddisfacente, e rimarranno anzi bloccati, se non risolte all'interno di un quadro di rinnovata solidarietà".

Plauso alle scelte di Mario Draghi

Infine Mattarella ha mandato il suo messaggio di apprezzamento al presidente della Bce, Mario Draghi, e alle sue scelte: “Il contributo dato da rilevanti istituzioni dell'Unione, come la Banca Centrale Europea, con una saggia politica di accompagnamento della ripresa economica, va messo in luce. Nonostante il suo mandato comprenda, a differenza di altre Banche centrali, esclusivamente l'obiettivo di una accurata gestione della stabilità monetaria, sarebbe arbitrario non volerlo riconoscere”.