Elezioni 2018, YouTrend: maggioranza impossibile con qualunque legge

Politica
(Foto archivio Ansa)

La situazione generata dal risultato tripolare del voto del 4 marzo non è da attribuire al Rosatellum: nemmeno con i suoi predecessori o con i sistemi tedesco, spagnolo, greco, francese o britannico dalle urne sarebbe uscito un vincitore. LO SPECIALE - I RISULTATI

Non è a causa del Rosatellum se, dopo il voto del 4 marzo (LO SPECIALE - I RISULTATI), nel Parlamento attuale non c'è una maggioranza. A dirlo è YouTrend, che spiega come nessuna legge elettorale, né tra quelle precedenti italiane né tra quelle importate dall’estero, avrebbe potuto produrla a causa del risultato tripolare uscito dalle urne (centrodestra 37%, M5s 32%, centrosinistra il 23%).

 Il Rosatellum

Il meccanismo misto previsto dal Rosatellum, con la sua quota di collegi uninominali maggioritari, mette in condizione tutte le forze politiche di ottenere la maggioranza dei seggi, sia alla Camera che al Senato. A condizione, però, di avvicinarsi al 40% dei voti e di vincere nei collegi uninominali "giusti", cosa che non è riuscita a nessuna forza politica.. (CREA LA TUA MAGGIORANZA)

Le leggi italiane precedenti

Tuttavia nemmeno i regolamenti degli anni passati avrebbero potuto risolvere l’impasse che si è venuta a creare con il tripolarismo. Con il Mattarellum, cui spesso in passato si è proposto di ritornare, al centrodestra sarebbero mancati otto seggi al Senato e ben 25 alla Camera. Stesso problema con il Porcellum, varato nel 2005 in tempi di pieno bipolarismo e dichiarato incostituzionale nel 2013, che garantiva alla coalizione vincente un premio tale da raggiungere i 340 seggi alla Camera ma non al Senato, dove erano previsti premi di maggioranza regionali che terrebbero anche oggi in stallo Palazzo Madama, con il centrodestra fermo a 136 seggi su 309 nonostante la vittoria del premio a Montecitorio.  Per quanto riguarda l'Italicum, questo sistema diceva una cosa molto semplice: se nessuna lista avesse raggiunto almeno il 40% dei voti al primo turno, il premio sarebbe stato assegnato in un ballottaggio tra le prime due liste. Ma questa parte della legge fu abrogata dalla Corte costituzionale e ne risultò un sistema "monco", il cosiddetto Consultellum, in vigore prima dell'approvazione del Rosatellum: un semplice sistema proporzionale, con soglia di sbarramento al 3% e premio di maggioranza solo in caso di raggiungimento del 40% da parte di una singola lista, percentuale che nessuna forza politica è riuscita a raggiungere.

Niente da fare con i sistemi stranieri

Niente maggioranza nemmeno se avessimo votato con i sistemi utilizzati in altri Paesi. Con il modello tedesco, che prevede una soglia di sbarramento al 5%, tutti i partiti a eccezione di M5s, Lega, Forza Italia e Pd sarebbero stati tagliati fuori. Lo stesso con il sistema spagnolo: nessuna maggioranza a meno di accordi post-voto. Nulla da fare neanche per il modello greco, che assegna un "pacchetto" di posti in Parlamento al vincitore ma ha dimostrato di garantire una maggioranza solo con almeno il 35% dei voti. Con il modello britannico, maggioritario puro, il centrodestra, con il suo 37%, avrebbe raggiunto la maggioranza di 160 seggi al Senato ma si sarebbe fermato a quota 301 alla Camera e avrebbe avuto bisogno di altri 15 seggi . Problemi anche con il sistema francese, basato sul doppio turno di collegio, con il quale in entrambe le Camere il M5S sarebbe arrivato al secondo turno nella maggioranza dei collegi, ma molte delle successive sfide sarebbero state "triangolari" (con un candidato M5s, uno Pd e uno del centrodestra) e una convergenza dei voti di centrodestra avrebbe verosimilmente tolto ai pentastellati almeno la metà dei seggi.

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