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Liliana Segre a Sky TG24: "Memoria? Non predico odio né vendetta"

Politica
Foto Ansa

La nuova senatrice a vita, a Milano per la posa di nuove Pietre d'inciampo a memoria delle vittime del nazifascismo, spiega: "Non avrei mai pensato di sentire ancora nella mia lunga vita certi slogan". E racconta le emozioni della telefonata del presidente Mattarella

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Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e appena nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha raccontato a Sky TG24 le emozioni della telefonata che le annunciava la nomina e ricordato l'importanza di custodire la memoria di quanto accaduto. Come trasmettere quindi, soprattutto ai più giovani, la memoria in tempi di rigurgiti razzisti e antisemiti? "Io parlo da anni ai giovani, non parlo mai di odio e di vendetta ma di libertà e di amore per la vita", risponde Segre. "Il mondo che ci circonda oggi è difficile da affrontare, ci sono rigurgiti di cose orribili. Non avrei mai pensato di sentire ancora nella mia lunga vita certi slogan e certe dichiarazioni di morte che credevo morte anche loro", continua la nuova senatrice a vita. "Corsi e ricorsi storici non hanno mai fine. Ci sono esaltati che continuano a predicare l’odio, mentre io non predico mai l’odio e la vendetta", ribadisce Segre.

"Quando ha saputo della nomina ho chiesto una sedia"

"Sono una donna comune e una nonna e a maggior ragione la telefonata del presidente Mattarella mi ha lasciato al momento intimidita, senza capire esattamente cosa mi stesse succedendo": così Liliana Segre ha raccontato le emozioni vissute quando il capo dello Stato le ha comunicato la nomina a senatrice a vita. "Quando ho avuto l’onore di essere chiamata da lui 'senatrice a vita' ho chiesto una sedia per sedermi. Mi sentivo debole e inadatta a una nomina così importante", spiega Segre.

Il ricordo delle vittime nelle Pietre d'inciampo

Segre ha parlato a Milano, dove si trova per la posa di nuove Pietre d'inciampo in memoria delle vittime che non hanno potuto avere una tomba e dei politici che si opposero all'odio nazifascista: "Oggi sono qui come presidente delle Pietre d’inciampo che dall’anno scorso vengono posate a Milano. Sono equamente divise, quest'anno sono 13 e 13, tra ebrei uccisi ad Auschwitz e in altri campi per cui non c’è una tomba, e nella stessa misura politici, coloro che scelsero la strada più difficile e che misero il loro nome e la loro vita al servizio di un ideale, oggi qualche volta dimenticato", spiega la nuova senatrice a vita. "Sono contenta che queste Pietre siano divise nella stessa misura tra chi andò al macello per la sola colpa di esser nato e chi scelse la via più difficile".