Elezioni, Mattarella contro astensionismo: "Nessuno si chiami fuori"

Politica
Foto d'archivio (Ansa)
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Il capo dello Stato, in vista delle elezioni del 4 marzo avverte: i cittadini non possono pensare di essere solo "creditori esigenti" dello Stato. E spiega: "Meno partecipazione indebolisce la democrazia"

I politici hanno certamente più responsabilità ma i cittadini non possono pensare di essere solo "creditori esigenti" dello Stato. Devono evitare la tentazione di dare "giudizi sommari" e preventivi. Devono "fare la loro parte" per la Repubblica. E tra questi doveri, c'è la partecipazione. Sono queste le parole di Sergio Mattarella che ha lanciato il suo appello per combattere il rischio di astensionismo durante il voto del 4 marzo, dal settimanale Famiglia cristiana.  

"Rispettare Costituzione in ogni sua parte"

Il presidente della Repubblica non è entrano nel merito dei temi del dibattito pre-elettorale, ma ha sottolineato l'importanza del rispetto della Costituzione: "Non sta a me dire se le iniziative di modifica, realizzate o non riuscite, siano state opportune o inopportune. Sta invece a me dire, e far sì, che la Costituzione in vigore venga rispettata e osservata non soltanto nei suoi principi, ma anche nella sua seconda parte". 

"Nessuno deve chiamarsi fuori"

Il richiamo di Mattarella sull’ "allarme astensione" si rivolge ai cittadini e agli elettori che da anni anche in Italia segnalano una preoccupante disaffezione. "La responsabilità verso la nostra comunità nazionale, cioè la Repubblica, ricade in misura prevalente, su chi ha chiesto e ottenuto di assumere compiti istituzionali", ha premesso Mattarella nell'intervista al settimanale cattolico. "Ma - ha aggiunto - si pone anche su ciascuno di noi cittadini, chiamati a far la nostra parte per il bene comune. Chi avverte autenticamente il proprio status di cittadino non si sente un creditore che esige soltanto ma avverte che siamo tutti creditori e debitori nei nostri comportamenti. Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare".

L'Italia e la sua tradizione di ampia partecipazione   

Il capo dello Stato ha anche sottolineato di non aver "mai condiviso l'osservazione che, in fondo, va bene così perché molte democrazie sono caratterizzate da basse affluenze al voto". E ha ricordato, a questo proposito, che "l'Italia ha una tradizione di ampia partecipazione. Una sua forte diminuzione costituirebbe il sintomo di un indebolimento della fiducia nelle istituzioni comuni e quindi uno stato di salute meno florido della democrazia". "Non si può configurare una contrapposizione tra istituzioni mal frequentate e una mitizzata ideale società civile", ha avvertito, "sappiamo che non è così". 

"Entusiasta di Papa Francesco"

Non solo elezioni. Mattarella si è voluto soffermare anche sul pontificato di Papa Francesco di cui si è detto "entusiasta". "Ha inciso profondamente nella sensibilità generale e nei rapporti tra le religioni. Anche per questo rappresenta un punto di riferimento, nella fiducia e nell'affetto, per credenti e non", ha ricordato il capo dello Stato.

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