Da Letta a Renzi, fino a Gentiloni: le tappe della XVII legislatura
PoliticaCon lo scioglimento delle Camere termina a breve il ciclo quinquennale avviato dalle elezioni del 2013, che ha visto avvicendarsi tre diversi governi, la rielezione al Colle di Napolitano e quella di Mattarella, il referendum costituzionale e la nuova legge elettorale
Tre governi e due presidenti della Repubblica. La rottamazione di Letta, i mille giorni di Renzi, il patto del Nazareno, la bocciatura dell'Italicum e il referendum costituzionale. La XVII legislatura è al termine, dopo lo scioglimento delle Camere e l’annuncio della data per le nuove elezioni politiche il 4 marzo 2018. Un ciclo politico quinquennale nato nell’incertezza e che si avvia a conclusione naturale nonostante le diverse crisi che l’hanno contrassegnato. Ecco quali sono state le principali tappe di questa legislatura:
Le elezioni e il tentativo di Bersani
Le elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013 hanno di fatto determinato una vittoria “mutilata” del Pd. L’atteso trionfo di Pier Luigi Bersani non è avvenuto e gli elettori hanno invece premiato gli outsider grillini, entrati in gran numero in Parlamento. La XVII legislatura è entrata in carica ufficialmente il 15 marzo 2013, con le prime sedute di Camera e Senato. Il 22 marzo Bersani è stato incaricato dal presidente della Repubblica Napolitano di formare un governo ma non trovando una maggioranza stabile a Palazzo Madama è stato costretto a rinunciare nel suo tentativo. Rimane celebre lo “schiaffo” del M5s al leader Pd in diretta streaming.
I 101 franchi tiratori e la rielezione di Napolitano
Il primo grande appuntamento della nuova legislatura è stata l’elezione del presidente della Repubblica. Dal 18 aprile 2013 il Parlamento in seduta comune ha avviato le votazioni che sembrava dovessero portare al Colle Romano Prodi. Ma il “tradimento” di 101 franchi tiratori anonimi ha fatto fallire l’elezione dell’ex premier. A quel punto un’ampia maggioranza ha chiesto al presidente uscente Giorgio Napolitano la disponibilità alla rielezione, che è avvenuta alla sesta votazione con 738 preferenze su 997. Per la prima volta nella storia repubblicana un capo di Stato è stato eletto per un secondo mandato.
Il governo Letta
Il patto tra Pd e Forza Italia, nato per emergenza in questa fase, ha dato una maggioranza parlamentare al Paese. Il primo passo del Napolitano bis è stato conferire l’incarico di formare il governo al deputato dem Enrico Letta, che ha accettato con riserva. Tra il 27 e il 28 aprile viene annunciata la lista dei ministri e la squadra ha prestato giuramento. L’esecutivo Letta ha ottenuto un’ampia fiducia dalle Camere grazie all’appoggio bipartisan di centrodestra e centrosinistra. Ma il suo governo è durato meno di un anno.
La caduta di Letta e l’ascesa di Renzi
Tra maggio e giugno del 2013 sono morti i senatori a vita Giulio Andreotti e Emilio Colombo. Il 30 agosto Napolitano ha annunciato le nuove nomine portando a Palazzo Madama Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia. Intanto a inizio agosto, il leader del Pdl Silvio Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale. I ministri a lui vicini hanno annunciato le dimissioni e il governo ha vacillato. L’esecutivo è rimasto in piedi grazie alla stampella fornita dai gruppi autonomi di parlamentari Pdl (capitanati da Angelino Alfano) favorevoli alla questione di fiducia e che sono confluiti nel Nuovo centrodestra. Il 27 novembre 2013 il Senato ha votato la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore per effetto della Legge Severino. Nei giorni seguenti la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge elettorale e a dicembre Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ha vinto le primarie del Pd con il 67% dei voti.
Il governo Renzi
Il 2014 si è aperto con la morte del senatore a vita Abbado e le dimissioni del ministro De Girolamo. Ma soprattutto, il 13 febbraio, con il governo Letta che è stato sfiduciato con una mozione dal neo-segretario Pd Matteo Renzi, dopo il celebre #Enricostaisereno con cui invece gli aveva ribadito la propria apparente fiducia. Alle dimissioni del presidente del Consiglio sono seguiti il mandato esplorativo di Renzi, il passaggio della campanella con Letta e il giuramento del nuovo esecutivo, avvenuto il 22 febbraio 2014. Il governo ha retto grazie al patto del Nazareno, stipulato con Berlusconi ed è durato circa mille giorni, nei quali è stato realizzato un pacchetto di riforme che vanno dal jobs act alle unioni civili. Non è andato bene invece il tentativo di creare una nuova legge elettorale: l’Italicum è stato smontato dalla Corte Costituzionale.
L’elezione di Mattarella al Colle e il referendum
Il 2015 è iniziato con il previsto annuncio delle dimissioni di Giorgio Napolitano: dopo due anni extra al Colle, per motivi di età, ha abdicato diventando senatore a vita. A gennaio si è svolta l’elezione del nuovo capo dello Stato e Renzi ha spinto sul nome di Sergio Mattarella, ex ministro della sinistra democristiana. Per lui il premier non ha esitato a rompere il Patto del Nazareno con il centrodestra. Palazzo Madama ha poi perso il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, morto nel settembre 2016. Il governo Renzi ha proseguito il suo lavoro fino al termine del 2016. Il presidente del consiglio ha puntato tutto sulla riforma della Costituzione che prevede la scomparsa del bicameralismo perfetto. Approvata dalle Camere senza i voti dell'opposizione (e la minoranza Pd contraria), la riforma non regge la prova del referendum popolare del 4 dicembre, dove viene bocciata con il 60 per cento di "no".
Il governo Gentiloni
Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum è costretto a lasciare Palazzo Chigi e il 7 dicembre 2016 ha annunciato le dimissioni. L'ultimo atto della legislatura è stato l’entrata in scena del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni. L'ex ministro degli Esteri di Renzi è partito in sordina, ha perso il sostegno dei bersaniani che hanno lasciato il Pd ma pian piano ha portato a casa diversi successi come la legge sul testamento biologico (ma non quella sullo ius soli). Intanto è stata elaborata anche una nuova legge elettorale. Il 28 dicembre 2017, infine, il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere: il premier Gentiloni rimarrà in carica fino alle prossime elezioni politiche, fissate per il 4 marzo. In quella data terminerà definitivamente e a tutti gli effetti la XVII legislatura.