Sicilia, prima grana per Musumeci: si dimette assessore Figuccia

Politica
Vincenzo Figuccia in una foto d'archivio
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A 4 settimane dall'insediamento, lascia l'assessore all'Energia: con un passato in Forza Italia, era in giunta in quota Udc. Il passo indietro dopo le polemiche con il presidente dell’Ars Miccichè sugli stipendi d'oro. Il governatore: "Non vanno aumentati"

A quattro settimane dall'insediamento, perde un pezzo il neonato governo della Regione Sicilia guidato dal governatore Nello Musumeci. Lascia infatti l'assessore all'Energia Vincenzo Figuccia (con un passato in Forza Italia ma in giunta in quota Udc, partito a cui era passato poco prima delle elezioni), in rotta con Gianfranco Micchè che vorrebbe aumentare gli stipendi dell'Ars. Con lui anche il neopresidente: "Credo che gli stipendi siano già dignitosi e non debbano essere aumentati".

Polemiche con Miccichè

Una scelta, quella di Figuccia, maturata dopo le polemiche con il presidente dell'Ars, l'azzurro Gianfranco Miccichè, sugli stipendi d'oro all'Assemblea siciliana. Figuccia sarebbe da tempo in rotta con il commissario azzurro, tanto che l’addio a Forza Italia sarebbe dipeso proprio dalle tensioni con Micciché. Adesso all’assessore dimissionario non sarebbe piaciuta l'uscita del neopresidente, favorevole allo sfondamento del tetto sulle retribuzioni dei burocrati dell'Ars (fissato a 240mila euro), annunciato a poche ore dall'elezione alla carica più alta dell'Ars. L'assessore all'Energia e ai Rifiuti, impegnato dall'insediamento a gestire l'emergenza spazzatura nell'isola, aveva contestato la linea del commissario azzurro. Ma non solo. “Eleggere Miccichè – aveva detto – è stato un errore".

Musumeci: "Stipendi non devono essere aumentati"

Posizione, quella di Figuccia su gli stipendi, condivisa da Musumeci: "Noi che rappresentiamo le istituzioni dobbiamo avere grande senso di responsabilità in un momento di grave crisi economica - ha detto il presidente della Regione - Credo che gli stipendi siano già dignitosi e non debbano essere aumentati".

Sostanzialmente isolato

Una presa di posizione che gli aveva attirato l'ira degli esponenti delle forze politiche che sostengono il governo Musumeci e che sostanzialmente l'aveva isolato. Persino il commissario regionale dell'Udc, il suo partito, l'aveva scaricato. A intervenire in difesa del commissario azzurro, poi, era stato il suo vice, Francesco Scoma, che aveva sollecitato l'intervento di Musumeci. E il neogovernatore, con un'uscita che è sembrata una netta presa di distanze dal suo assessore, ha invitato i suoi “a lavorare e tacere”. A poche ore da questa dichiarazione, lo strappo si è consumato.

La nota di Figuccia

“Oggi più che mai sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati”, ha spiegato Figuccia in una nota.

Le reazioni

Sulla prima tegola caduta sulla Giunta, Micciché preferisce non parlare, mentre piovono i commenti dell'opposizione. “Complimenti a Musumeci, davvero un bell'inizio! Il suo governo non è stato capace di completare neppure la luna di miele”, dice tra gli altri Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd che non risparmia però stoccate ai compagni di partito. Quelli che, contravvenendo alle indicazioni, hanno votato Micciché alla presidenza dell'Ars. “Alla luce di quello che è avvenuto aumenta il rammarico per ciò che è successo nel Pd: se tutti i deputati avessero tenuto la 'barra dritta' - conclude - oggi avremmo reso ancora più evidente la crisi di questa maggioranza, una crisi che si era manifestata già nel corso delle votazioni per l'elezione di Miccichè”.

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