Linee guida sugli sgomberi, Viminale coinvolgerà Anci e Regioni

Politica
Roma, via Curtatone transennata (28 agosto 2017)

Il punto di partenza resta il pacchetto Minniti-Orlando sulla sicurezza urbana. Si studia l’uso di beni confiscati alle mafie. Mappa delle occupazioni: 74 stabili censiti dal Comune di Roma

Mappare gli immobili occupati e poi trovare una sistemazione per le persone che devono essere sgomberate. Questo il punto di partenza - rivolto a tutto il territorio e a tutte le persone - attorno al quale il Viminale lavora per evitare che si ripetano scenari come quello di via Curtatone a Roma, occupato dal 2013 da centinaia di migranti molti dei quali già in possesso dello status di rifugiato. Si studia l’uso di beni confiscati alle mafie e, novità di oggi, il Viminale intende coinvolgere Anci e Regioni.

Sgomberi, linee guida

L’incontro di oggi al dicastero dell’Interno, alla presenza del ministro Marco Minniti, sul tema delle linee guida a prefetti, questure e comuni per gli sgomberi di edifici occupati, rappresenta solo l'avvio dell'esame rispetto a una questione che lo stesso ministro vuole affrontare sentendo anche gli altri interlocutori istituzionali coinvolti, a partire per l’appunto da Anci in rappresentanza dei Comuni e Regioni. La base sulla quale lavorare resta il cosiddetto pacchetto Minniti-Orlando sulla sicurezza urbana che all'articolo 11 già contiene misure in tema di sgomberi.

Uso beni confiscati alla mafia

I Movimenti di lotta per la casa, intanto, scesi in piazza anche sabato 26 agosto, plaudono alla possibilità di usare gli immobili confiscati alla mafia e ne rivendicano la paternità. "E' una proposta che avanziamo da anni ed è stata per così dire rispolverata dal ministro Minniti. Naturalmente ci trova d'accordo", afferma Margherita Grazioli. Oggi il movimento si è inoltre recato al ministero per consegnare una lettera al fine di istituire un tavolo interistituzionale sul tema dell'emergenza abitativa.

La mappa delle occupazioni

Intanto, secondo la mappa degli stabili occupati a scopo abitativo nella Capitale, censiti lo scorso anno dalla delibera 50 dell'allora commissario capitolino Francesco Paolo Tronca, sono circa 74 gli immobili sparsi tra le periferie e la fascia semicentrale della città: si va da uffici dismessi ad ex scuole fino a palazzi di enti ormai cessati o in liquidazione. Ad occuparli, circa 5 mila famiglie per un totale di quasi 20 mila persone, spesso nuclei caratterizzati da disagio economico e marginalità sociale. 

Più di 10mila famiglie in attesa

Secondo quanto riportato da Agi, che cita fonti qualificate, sarebbero 10.100 le famiglie in attesa di una casa popolare. Il Campidoglio attualmente procederebbe al ritmo di 300 nuove assegnazioni l’anno, attingendo soprattutto dagli alloggi sgomberati da coloro che non hanno più i requisiti per abitarci.

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